01/08/2006, 00.00
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Mons. Tobias: il discorso della Arroyo sulla nazione "sembra un dipinto di nuvole"

Il vescovo di Novaliches ha risposto in televisione ad ogni punto citato dalla presidente nel suo discorso sullo stato del Paese. La povertà non è diminuita, la nazione perde forza lavoro e cervelli ed il lodato sviluppo economico si basa su gioco d'azzardo e prostituzione.

Manila (AsiaNews) – Una nazione "può crescere anche senza registrare alcun tipo di sviluppo" grazie a fenomeni "dannosi e preoccupanti come l'aumento del consumo di alcool, del gioco d'azzardo e della prostituzione", ma "questo non significa che essa sia prospera o abbia un'economia funzionale". E' questo il commento di mons. Antonio Tobias, vescovo di Novaliches, al discorso sullo stato del Paese pronunciato la scorsa settimana al Congresso dalla presidente Gloria Macapagal Arroyo.

"Il cosiddetto sviluppo tanto lodato dalla presidente – ha detto il presule, che ha parlato durante un programma televisivo di commento al Vangelo, trasmesso dalle reti nazionali – si fonda su fattori nocivi per la popolazione e la nazione, perché oltre a sfruttare debolezze umane, sventra le risorse naturali comuni con una velocità che non permette al suolo di rigenerarsi".

La stessa opinione è stata espresso da professori di economia e da analisti sociali. "Dubito – dice Raul Fabella, della Scuola di Economia delle Filippine – che la presidente possa compiere tutto quello che ha anticipato nel discorso. Rimangono tre anni e mezzo alla conclusione del suo mandato, e prima di posare la prima pietra di qualunque appalto è vitale risolvere le questioni ambientali che lo riguardano. Eppure, i contratti sono già stati firmati".

"Ancora una volta – aggiunge  Benjamin Diokno, ex segretario al bilancio – la Arroyo non ha affrontato i temi che preoccupano la popolazione e gli investitori: corruzione, violenza, stabilità politica, ruolo della legge e crescita della popolazione".

Nel suo intervento televisivo, statistiche alla mano, mons. Tobias ha voluto affrontare proprio questi temi, raggruppandoli sotto il titolo "perché i filippini sono affamati". "Il nostro popolo ha fame perché è povero - ha spiegato – ed è povero perché i suoi introiti non bastano per fare fronte alle necessità quotidiane". "E' incredibile – ha aggiunto – il ritratto della povertà nel Paese fatto dalla Arroyo: è arrivata ad abbassare la soglia della povertà riconosciuta a livello internazionale per poter dire che vi sono meno poveri nel Paese. Questo non è giusto".

Nel discorso, la presidente ha annunciato una crescita degli introiti per le famiglie povere del 30 %, ed ha aggiunto che il numero totale di indigenti è sceso del 28 %, pari a due milioni di persone, nei primi tre anni della sua presidenza. Mons. Tobias, che cita i dati della Tabella nazionale della situazione sociale, ha sottolineato invece come il 66,7 % di coloro che hanno risposto ai sondaggi della Tabella non possono comprare cibo a sufficienza, il 63,7 % ha difficoltà nel pagare l'istruzione dei figli ed il 62,5 % non è in grado di affrontare spese mediche.

Altra "grave mancanza" nel discorso presidenziale, il riferimento alla disoccupazione "ancora una volta tratteggiata come rosea: il 16 % della popolazione, e non l'11 % come ci si vuole far credere, non ha un lavoro, e migliaia di filippini lasciano la nazione ogni giorno per cercare lavoro in giro per il mondo. Per pochi dollari, perdiamo milioni di cervelli".

Ultima questione analizzata, il debito estero: "Nel 2003, il 75 % delle tasse veniva impiegato per ripagare il debito nei confronti delle altre nazioni: nel 2005 siamo arrivati al 90 %%. Questo non fa altro che peggiorare la situazione dei poveri, perché le tasse colpiscono di più coloro che non hanno soldi. La Arroyo, parlando di questo Paese, sembra aver dipinto un campo di nuvole".

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