Mongolia, "toccare con mano" i luoghi di Cristo per stimolare una piccola comunità in crescita
Ulaanbaatar (AsiaNews) - Il recente viaggio compiuto da mons. Padilla in Terra Santa è stato lo spunto per l'incontro tenuto dal Prefetto apostolico di Ulaanbaatar con la comunità dei catechisti mongoli dal titolo "Testimonianze di Cristo". In un Paese nel quale l'azione missionaria compirà questo luglio 21 anni, anche alcune fotografie dei luoghi sacri hanno rappresentato un importante spunto di riflessione per i venti catechisti che hanno preso parte all'evento. "Attraverso il viaggio del vescovo abbiamo 'visitato' insieme i luoghi in cui Cristo ha dato testimonianza di sé" racconta una giovane presente all'incontro.
Immagini del monte Tabor, del lago Tiberiade, del fiume Giordano e di molti altri luoghi sacri hanno fatto dunque da sfondo alle testimonianze di alcuni cattolici locali e a una riflessione dello stesso mons. Wenceslao Padilla. Sempre la giovane catechista spiega: "Il vescovo ha poi parlato delle testimonianze attuali, in riferimento agli ultimi tre Papi. Parlando di Giovanni Paolo II come il Papa della speranza, di Benedetto XVI come il Papa della fede e di Francesco come il Papa della carità".
In Mongolia si contano ad oggi circa 900 fedeli; in occasione della scorsa Pasqua sono state registrate decine di battesimi e la comunità è in costante crescita. Al momento nel Paese esistono sei centri parrocchiali e 2 anni fa, per la prima volta, un cattolico mongolo ha fatto il suo ingresso in seminario ospite della diocesi sudcoreana di Daejeon.
L'ateismo di Stato ha ostacolato per anni la diffusione religiosa, ma 20 anni fa una piccola realtà cattolica ha iniziato a prendere vita grazie all'azione di mons. Padilla e di altri missionari dal sud est asiatico. Al loro impegno si deve la fondazione di una comunità viva e dinamica, capace di coniugare l'energia e la ritualità locali all'azione cattolica.
27/12/2018 11:21
26/09/2018 11:11