Monaco buddista del Sud va al Nord per ricostruire un tempio
Seoul (AsiaNews/Ucan) Per la prima volta dalla guerra di Corea un monaco buddista sudcoreano si recherà nel Nord per abitare in un tempio. Alcuni giorni fa la congregazione Chogye - la più grande denominazione buddista del Sud - ha annunciato che il venerabile Jejeong sta per recarsi a Singyesa, località sul monte Kumgang (a nord del confine Nord-Sud) dove si trova un tempio buddista, in via di ricostruzione: il tempio era stato danneggiato durante la guerra fra le 2 Coree (1950-1953).
Il monaco resterà a Singyesa fino al 2007; dal 1998 il governo nordcoreano permette ai turisti del sud di visitare il monte Kumgang, famosa meta turistica, che si trova a nord del confine demilitarizzato.
Il venerabile Jejeong ha affermato che è improbabile il governo del Nord gli permetta di prendersi cura dei fedeli buddisti delle zone circostanti. "Sebbene i limiti alle attività religiose siano evidenti, mi occuperò dei turisti del Sud e di altri Paesi istruendoli sul significato del tempio e del buddismo in generale". Il tempio di Singyesa è l'unico che il governo del Nord ha permesso di restaurare e aprire sul monte Kumgang.
A marzo scorso la congregazione Chogye e la Federazione buddista della Nord Corea si erano accordate per il restauro del tempio. Per la ricostruzione del tempio la congregazione ha raccolto finora 300 milioni di won (circa 270 mila dollari), ma i lavori costeranno circa 9 miliardi di won (circa 8 milioni di dollari). A settembre è iniziata la ricostruzione e si è svolta una cerimonia religiosa per l'inizio dell'opera. Si tratta di ricostruire il monastero dalle fondamenta: durante la guerra del 1950 lo stabile è stato profondamente danneggiato dai bombardamenti.
Il monaco Jejeong spera che "questo sforzo possa promuovere il dialogo e gli scambi economici e culturali fra le 2 Coree".
In Corea del Nord non esiste effettiva libertà religiosa: il regime comunista perseguita tutte le pratiche religiose; l'unico culto ammesso è quello del "caro leader" Kim Jong-II e del padre il predecessore Kim Il-Sung. Nella classifica di Open Doors sugli stati che violano la libertà religiosa, negli ultimi due anni la Corea del Nord è al 1° posto. I buddisti nel paese sono circa il 10% della popolazione (23 milioni). (LF)