Molta retorica e pochi fatti per la pace in Terrasanta
Mons. Migliore critica la comunità internazionale e ribadisce la necessità di garantire l'accesso ai Luoghi santi e lo status di Gerusalemme
Città del Vaticano (AsiaNews) - E' la "riluttanza della comunità internazionale" a fare pressione sui "leader israeliani e palestinesi a negoziare in buona fede" che "ha contribuito al fatto che la 'Road Map' non è decollata". L'ha sostenuto mons. Celestino Migliore, osservatore della Santa Sede all'Onu, in un intervento, pronunciato all'Assemblea generale delle Nazioni Unite sul tema dei rifugiati in Medio Oriente.
Mons. Migliore ha anche invitato a "rinnovare gli sforzi per portare pace" in Medio Oriente e "garantire" internazionalmente lo statuto di Gerusalemme e l'accesso ai luoghi santi, superando così la "retorica del processo di pace" e la "riluttanza" della comunità internazionale a seguire la strada della ''pace duratura'', indicata anche dalla "Road map". "Solo con una pace giusta e duratura, non imposta ma assicurata attraverso le negoziazioni, le legittime aspirazioni di tutti i popoli di quella terra saranno rispettate", ha affermato il nunzio, secondo il quale oggi "c'è molta retorica del processo di pace, ma molto poca azione politica per la risoluzione dei contrasti", visto il "ciclo interminabile di violenza e terrorismo, di azione e reazioni militari" in Terra Santa.
Secondo mons. Migliore, infatti, "senza questi così necessari negoziati non esistono opportunità di riconciliazione, perdono, compromesso o collaborazione": no, quindi, alla "politica di continua separazione"; si' invece alla "comunicazione" tra le parti e alla ricerca di una "soluzione" per la "questione della Città Santa di Gerusalemme", il cui statuto va "internazionalmente garantito", insieme con l'accesso ai Luoghi santi, oggi disertati dai pellegrini.
"La violenza dilagante, la depressione economica, le restrizioni ai movimenti e la mancanza di accesso ai siti religiosi ha obbligato molti a lasciare definitivamente la regione", è la denuncia del rappresentante vaticano, che ha sottolineato come la regione, da terra di "amore" e di "pace" sia diventata terra di "divisione, distruzione e morte". (FP)