Modernizzare la sharia: polemiche nel paese
Jakarta (AsiaNews) Il Ministro per gli affari religiosi, Said Aqil Hussein al-Munawwar, ha proposto degli emendamenti alla legge islamica, in vigore dal 1991 e applicata alla sola popolazione musulmana. La riforma intende sfrondare e modernizzare la legge, basandosi su alcuni principi fondamentali: giustizia, uguaglianza, fratellanza universale, società civile, pluralismo religioso, uguaglianza dei sessi. La proposta è sostenuta da due gruppi islamici del paese, il Muhammadiyah e il Nahdlatul Ulama. Essi hanno adottato una visione liberale dell'islam, che contrasta con l'interpretazione più radicale di alcuni paesi fondamentalisti come l'Arabia Saudita. La Sharia a livello nazionale, meglio conosciuta nel paese con la sigla KHI, è stata introdotta con un decreto presidenziale per garantire maggiore uniformità di giudizio da parte dei tribunali religiosi.
Ma alcuni gruppi radicali hanno manifestato il proprio dissenso. Fra questi, vi è l'Indonesia Mujahidin Council (MMI), capeggiata dal religioso radicale Abu Bakar Ba'asyir (ritenuto uno degli ispiratori dell'attentato di Bali). L'MMI sostiene che la maggior parte degli articoli di riforma proposti sono contrari ai principi dell'islam.
Un altro oppositore alla riforma è Dien Syamsuddin, vicepresidente del Muhammadiyah, una delle 2 organizzazioni islamiche più numerose del paese. Egli è anche vicepresidente del consiglio degli ulema indonesiano (MUI). Secondo Syamsuddin, il Ministero per gli affari religiosi ha formulato il disegno di legge, ma non l'ha ancora discusso con i leader religiosi. "Il governo o la camera dei deputati afferma Syamsuddin non dovrebbero prendere una decisione affrettata e far approvar la proposta di legge, se non è stata prima accettata dal consiglio degli ulema". Syamsuddin è considerato un radicale che usa il suo status politico per trarre benefici personali
Esponenti musulmani moderati definiscono invece "rivoluzionario" il cambiamento proposto. Il professor Moeslim Abdurrahman, studioso della Muhammadiyah, , ha dichiarato che i musulmani indonesiani dovrebbero essere aperti alla riforma della Sharia: "Essi vivono in condizioni favorevoli afferma lo studioso perché in molti aspetti della vita hanno la possibilità di scegliere fra la legge islamica e le leggi dello stato, come succede, ad esempio, in materia di eredità". Abdurrahman aggiunge che l'Islam incoraggia l'ijtihad (l'interpretazione) in materia di fiqih (giurisprudenza), per adattarla a realtà sempre in cambiamento. Al riguardo sottolinea che "è positivo coinvolgere la gente nel dibattito sulle modifiche alla sharia".
Masdar Mas'udi, vicepresidente del NU, ha salutato con calore la proposta e ne apprezza i benefici, anche se non nasconde le difficoltà nell'approvazione: a suo avviso la riforma incontrerà l'opposizione degli esponenti più radicali del mondo islamico come Dien Syamsuddin.
Secondo Mas'udi "non ci sono problemi se il governo intende attuare delle riforme. Ma se coinvolgono simboli dell'Islam bisogna anche seguirne le logiche, perché i principi di base non vanno violati". "Le leggi islamiche sulla famiglia sottolinea Mas'udi come quelle inerenti ai matrimoni misti o l'eredità, vanno modificate tenendo in considerazione la sensibilità e i principi dell'islam. La nuova legge potrebbe allontanare alcuni musulmani da tradizioni e costumi radicati nel tempo".
Ulil Abshar Abdala, fondatore e direttore dell'Islamic Liberal Network ed esponente del Nahdlatul Ulama, precisa che è inevitabile interpretare la legge islamica adattandola al progresso dei tempi: "Forse alcuni ulema del paese si opporranno ad una interpretazione della legge in chiave moderna, ma dobbiamo tenere conto del cambiamento nella società".