Missionario cristiano ucciso a Dili
Il protestante, Edgar Goncalves Brito, di origine brasiliana, è stato assassinato nel fine settimana; le autorità aprono indagini e le Nazioni Unite annunciano un maggiore dispiegamento delle forze di polizia nella capitale est-timorese.
Dili (AsiaNews/Agenzie) L'Onu aumenterà la presenza delle sue forze di polizia a Timor Est, dopo l'uccisione nel fine settimana scorso a Dili di un missionario protestante di origine brasiliana, il primo straniero morto nelle sporadiche violenze che da aprile si continuano a registrare sull'isola. In relazioni alla morte del cristiano le autorità timoresi hanno già avviato indagini.
Emir Bilget, commissario di polizia della Missione integrata Onu nell'ex colonia portoghese, ha annunciato ieri che "si vedranno da subito molti più agenti per le strade della capitale". Bilget ha inoltre comunicato che verranno aperte altre 5 stazioni di polizia oltre alle tre già esistenti dentro e intorno a Dili.
Le forze Onu hanno anche aumentato le misure di sicurezza nei pressi dell'ospedale cittadino, scena di scontri tra bande criminali che da mesi percorrono la zona e dell'omicidio del missionario brasiliano. Lo scorso 19 novembre Edgar Goncalves Brito - 32 anni, membro dell'Assemblea di Dio - è stato ucciso davanti agli occhi di sua sorella, un'infermiera. L'uomo insegnava portoghese ed era impegnato in attività sociali a Viqueque, a est di Dili. Secondo le ricostruzioni dei testimoni oculari, Brito è stato aggredito da un gruppo di persone, mentre era a bordo della sua automobile vicino all'ospedale: lo hanno fatto scendere e gli hanno tagliato la gola. Si tratta del primo straniero morto nelle sporadiche.
Timor Est cerca da mesi di tornare alla normalità dopo che, tra aprile e maggio, violenze tra militari disertori e lealisti intorno a Dili hanno provocato la morte di almeno 21 persone e portato alle dimissioni dell'allora premier Mari Alkatiri. Per ripristinare l'ordine il governo ha chiesto l'intervento di forze internazionali di peacekeeping.