Minoranze e opposizione politica unite contro il governo
Nell'ultimo mese un crescendo di proteste della minoranza indiana e dell'opposizione politica per chiedere parità di diritti e riforme elettorali. Le autorità reagiscono con la forza e il premier Badawi dà il via libera all'uso del draconiano Internal Security Act.
Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – L’opposizione parlamentare in Malaysia si schiera a difesa della minoranza etnica indiana, di recente promotrice di vaste manifestazioni popolari contro le politiche discriminatorie del governo. Ieri l’ex vice premier Anwar Ibrahim ha chiesto che i 5 attivisti indiani arrestati il 12 dicembre per il ruolo svolto nelle proteste di metà mese, possano presentarsi davanti a un tribunale per evitare che i loro diritti vengano violati. M. Manoharan, R. Kengadharan, B. Ganabathi Rao, Vasanthan e l’avvocato P. Uthayakumar, sono detenuti secondo l’Internal Security Act (ISA).
L’ISA è una legge d’emergenza in vigore dal 1969, criticata da più parti a livello internazionale. Consente la detenzione senza limiti di tempo per i presunti criminali, di percuoterli e torturarli e persino di arrestarli di nuovo anche dopo che il tribunale ne ha ordinato il rilascio.
I 5 sono tra gli esponenti più in vista dell’Hindraf (Hindu Rights Action Force), il gruppo che si sta facendo portavoce delle istanze della minoranza indù nel Paese. Loro l’iniziativa che a fine novembre ha portato in piazza a Kuala Lumpur 30mila persone - secondo stime non ufficiali - contro la discriminazione razziale che favorisce la comunità maggioritaria malay.
Il malcontento della comunità indiana si accompagna alla battaglia dell’opposizione politica per riforme elettorali in vista delle elezioni generali del 2008. L’autoritario premier Abdullah Badawi affronta una delle più profonde crisi del suo governo. Le proteste dell’ultimo mese hanno scosso un assetto sociale che si riflette nelle istituzioni e nell’economia. Su 27 milioni di abitanti, i malay musulmani costituiscono il 60% e dominano la vita politica; il 25% è di origine cinese, molto influente nell’economia, mentre il 10% è rappresentato da indiani, che svolgono i lavori più umili.
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