Miniere allagate: le famiglie degli operai attaccano la polizia
Mentre continuano le operazioni di soccorso alle due miniere di carbone a Xintai, i familiari dei 181 lavoratori rimasti intrappolati chiedono chiarezza sulla sorte dei loro cari e l’apertura di un’indagine. A 4 giorni dall’incidente si affievoliscono le speranze di trovare superstiti.
Xintai (AsiaNews/Agenzie) – Continuano le operazioni di soccorso per tentare di portare in salvo i 181 minatori intrappolati dallo scorso 17 agosto in due vicine miniere di carbone a Xintai, provincia orientale di Shandong, allagate in seguito a forti piogge nella zona. Si affievoliscono, però, le speranze di trovare superstiti, mentre monta la rabbia dei familiari che ieri si sono scontrati con le forze di sicurezza presenti sul luogo dell’incidente.
Frustrati per la mancanza di informazioni sulla sorte dei loro cari ed in seguito a voci che parlavano di “interruzione dei soccorsi”, circa 200 parenti hanno buttato giù il cancello dell’entrata sud della miniera, dove si conta il bilancio più grave con 172 lavoratori ancora sotto terra. Molti dei familiari hanno irrotto nel compound della miniera, entrando in colluttazione con la polizia. “Si diceva che avevano smesso di pompare fuori l’acqua dalla miniera – racconta Zhou Feng, il cui padre è tra i disperi – e che i soccorsi erano stati fermati”. “Non sappiamo se ci sono superstiti e non fanno trapelare notizie”, lamenta Zhang Tao, che ha perso lo zio.
Al cancello ovest della stessa miniera un altro gruppo di familiari si è scontrato con gli agenti. Alcuni hanno lanciato petardi contro l’edificio dell’amministrazione. Non si registrano feriti, ma testimoni oculari riferiscono che il clima era terribile. Ora i parenti delle vittime chiedono che sia aperta un’indagine sull’accaduto.
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