Mindanao: Vescovo di Isabela contro le violenze frutto della controversa riforma agraria
Manila (AsiaNews) - Le recenti violenze legate all'applicazione della Riforma agraria nell'isola di Mindanao costate cinque vittime preoccupano il vescovo di Isabela (Basilan), che in questi giorni ha intrapreso un viaggio per visitare i villaggi colpiti. Lo scorso 15 luglio un gruppo armato ha attaccato la scorta di due sacerdoti clarettiani, p. Elmer Cantular e p. Julius Boado, nei pressi della città di Sumisip a pochi chilometri dal villaggio di Tumahubong, dove i due dirigono una missione. A tutt'oggi non è chiaro se l'obiettivo fossero i sacerdoti o i militari. Tuttavia il caso ha suscitato molte critiche da parte della Chiesa locale. Intervistato da AsiaNews, mons. Martin Jumoad, sottolinea che questi episodi sono frutto del conflitto fra fazioni scoppiato in una piantagione di gomma nel quale è stata applicata la riforma agraria che prevede la cessione di parte dei latifondi ai contadini, la Tumahubong Agrarian Reform Beneficiaries Integrated Development Coop., Inc.
"Il vero problema di Tumahubong - afferma il prelato - è proprio questa riforma. I poveri sono vittime di questa situazione e vengono utilizzati come pedine". Per mons. Jumoad, alcuni utilizzano la violenza per attirare l'attenzione delle autorità sui problemi legati alla spartizione dei terreni, costringendole ad agire secondo i loro voleri. Il vescovo spiega che fin dalla sua presentazione la riforma, che dovrebbe servire per dare più terre ai contadini, era confusa. "Fino ad ora non è chiaro chi avrà il diritto ai terreni e chi no. Ciò spinge i villaggi vicini a rivendicarne la proprietà". Dal 2007 diversi operai della piantagione sono stati rapiti e decapitati. Secondo mons. Jumoad i rapimenti non vengono eseguiti per riscuotere il riscatto, la maggior parte degli ostaggi sono poveri contadini. Egli collega ai conflitti legati alla spartizione dei terreni anche l'aggressione e il successivo rapimento di p. Felimon Libot, avvenuto proprio quando il sacerdote aveva iniziato ad aiutare i contadini a risolvere la disputa.
Il prelato spiega che gli attacchi contro sacerdoti e suore sono il modo migliore per attirare l'attenzione dell'autorità. In questa disputa i religiosi sono considerati dei "danni collaterali". In un incontro avvenuto ieri, il governatore dell'Armm ha criticato le notizie infondate che parlavano di un attacco mirato contro i due sacerdoti clarettiani.
Mons. Jumoad, sostiene che alcuni imputano gli attacchi alle cellule di Abu Sayyaf, attive nella zona, trasformando un problema dovuto a gravi mancanze da parte delle autorità in una questione di terrorismo religioso. "Nel 2001 - racconta - ho fatto presente la situazione all'ex presidente Arroyo chiedendole di concentrarsi su questa situazione. Nel 2007 ho chiesto direttamente al Dipartimento per la riforma agraria (Dar) di agire con rapidità perché il testo del documento non specificava chi erano i beneficiari delle terre. A tutt'oggi il governo non ha fatto nulla".
Per fermare le tensioni, lo scorso 16 luglio Mujib Hataman, governatore dell'Arrm ha organizzato un incontro con le varie autorità e i leader delle comunità della zona. All'incontro è stato invitato anche mons. Jumoad. Egli parteciperà anche alla riunione con i responsibili del Dap è in programma per il prossimo 20 luglio.
I missionari clarettiani sono a Tumahubong da 61 anni. Essi dirigono l'unico istituto scolastico della zona, il San Vicente Ferrer, che ospita oltre 3mila studenti cristiani e musulmani. Essi sono sotto scorta armata dal 1986, dopo il rapimento di p. Eduardo Monge, sequestrato dai ribelli islamici del Moro Islamic Liberation Front. Nel 1992 e nel 1995 la chiesa è stata danneggiata dal lancio di granate. In questi anni la scuola è stata bruciata e ricostruita due volte. (D.V.)