Minacce contro chiese cristiane: torna la strategia della tensione anche nelle Sulawesi
di Mathias Hariyadi
Messaggi telefonici avvertono di attacchi contro chiese cattoliche e protestanti, ma si rivelano infondati. La polizia indaga ma non chiarisce se si tratta di propaganda politica o di uno scontro a sfondo religioso. Sacerdote nelle Sulawesi invita “i concittadini” a non farsi trascinare “da sentimenti di odio”.
Jakarta (AsiaNews) – In Indonesia è in atto una campagna volta a esasperare le tensioni interconfessionali, che potrebbe sfociare in nuovi scontri fra cristiani e musulmani dopo le recenti violenze nelle Molucche e ad Ambon. Al momento non è dato sapere chi sia la “mente” interessata a provocare nuovi incidenti; la polizia non chiarisce se si tratta di propaganda politica o a sfondo religioso. Resta il fatto che più volte, nei giorni scorsi, sono circolati sms e messaggi – privi di fondamento – che denunciavano attacchi a chiese cattoliche o luoghi di culto cristiani in varie zone dell’arcipelago.
P. Jimmy Tumbelaka, sacerdote della diocesi di Manado, nelle Sulawesi del Nord, rettifica le voci circolate fra giornalisti e attivisti per i diritti umani, secondo cui sarebbero state bruciate due chiese cattoliche e una casa di preghiera protestante a Poso. È stato incendiato, chiarisce il prete originario di Manado, “solo l’ingresso principale della chiesa di Santa Teresa a Poso, non l’intero edificio”. In passato il luogo di culto era la più importante chiesa cattolica a Poso; il 23 maggio 2000 ha subito un violento attacco da parte di gruppi estremisti, che hanno appiccato il fuoco all’edificio. P. Tumbelaka ha vissuto in prima persona le violenze confessionali fra cristiani e musulmani a Poso fra il 1998 e il 2001. Egli si è anche battuto con forza per il rilascio di tre fedeli cattolici – Fabianus Tibo, Marinus Riwu e Dominggus da Silva – condannati a morte e giustiziati per gli scontri islamo-cristiani. Il sacerdote invita con forza “i miei concittadini indonesiani, di tutte le fazioni, a non lasciarsi trascinare da sentimenti di odio contro gli altri”.
La propaganda volta a esasperare la tensione interconfessionale è confermata da Teophilus Bela, attivista per i diritti umani e il dialogo interreligioso, sul cui cellulare di recente sono apparsi messaggi che parlavano di attacchi contro le minoranze. “Dopo Ambon, ora qui a Poso – riferisce l’attivista, leggendo ad AsiaNews un sms – Una chiesa pentecostale sta per essere incendiata, insieme a una chiesa cattolica a Poso”. Ma è bastata una rapida verifica, per confermare che la notizia era priva di fondamento. Si tratta, conclude, di notizie “montate ad arte”.
Ifdhal Kasim, presidente della Commissione nazionale per i diritti umani, non esclude che anche le violenze dell’11 settembre 2011 nelle Molucche (cfr. AsiaNews 19/09/11 Ambon: torna la calma, ma i radicali islamici diffondono Sms per la guerra santa) siano frutto di una manovra “orchestrata” per fomentare la strategia della tensione nel Paese.
P. Jimmy Tumbelaka, sacerdote della diocesi di Manado, nelle Sulawesi del Nord, rettifica le voci circolate fra giornalisti e attivisti per i diritti umani, secondo cui sarebbero state bruciate due chiese cattoliche e una casa di preghiera protestante a Poso. È stato incendiato, chiarisce il prete originario di Manado, “solo l’ingresso principale della chiesa di Santa Teresa a Poso, non l’intero edificio”. In passato il luogo di culto era la più importante chiesa cattolica a Poso; il 23 maggio 2000 ha subito un violento attacco da parte di gruppi estremisti, che hanno appiccato il fuoco all’edificio. P. Tumbelaka ha vissuto in prima persona le violenze confessionali fra cristiani e musulmani a Poso fra il 1998 e il 2001. Egli si è anche battuto con forza per il rilascio di tre fedeli cattolici – Fabianus Tibo, Marinus Riwu e Dominggus da Silva – condannati a morte e giustiziati per gli scontri islamo-cristiani. Il sacerdote invita con forza “i miei concittadini indonesiani, di tutte le fazioni, a non lasciarsi trascinare da sentimenti di odio contro gli altri”.
La propaganda volta a esasperare la tensione interconfessionale è confermata da Teophilus Bela, attivista per i diritti umani e il dialogo interreligioso, sul cui cellulare di recente sono apparsi messaggi che parlavano di attacchi contro le minoranze. “Dopo Ambon, ora qui a Poso – riferisce l’attivista, leggendo ad AsiaNews un sms – Una chiesa pentecostale sta per essere incendiata, insieme a una chiesa cattolica a Poso”. Ma è bastata una rapida verifica, per confermare che la notizia era priva di fondamento. Si tratta, conclude, di notizie “montate ad arte”.
Ifdhal Kasim, presidente della Commissione nazionale per i diritti umani, non esclude che anche le violenze dell’11 settembre 2011 nelle Molucche (cfr. AsiaNews 19/09/11 Ambon: torna la calma, ma i radicali islamici diffondono Sms per la guerra santa) siano frutto di una manovra “orchestrata” per fomentare la strategia della tensione nel Paese.
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