10/02/2023, 12.18
INDIAN MADALA
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Miliardario Adani simbolo del capitalismo clientelare indiano

Non è ancora chiaro cosa succederà una volta che i mercati finanziari si saranno stabilizzati, dopo le rivelazioni del rapporto di Hindenburg Research. L'India potrebbe seguire la strada della Corea del Sud dove i principali volani economici sono conglomerati di imprese a conduzione familiare. Il rischio di andare incontro a una maggiore erosione dello Stato di diritto. A molti indiani interessa se le promesse di nuove infrastrutture saranno mantenute.

Milano (AsiaNews) - Sono 110 miliardi i dollari persi in Borsa dalle società del gruppo Adani dopo la pubblicazione del rapporto di Hindenburg Research che ha documentato una serie di presunte frodi e sollevato interrogativi sul livello di indebitamento del conglomerato. In meno di due settimane anche la ricchezza di Gautam Adani - che in pochi anni era diventato l’uomo più ricco d’Asia - si è dimezzata, arrivando a 61 miliardi. Da giorni l’opposizione indiana guidata dal Congress chiede che venga avviata un’indagine, considerati gli stretti legami tra Adani e il primo ministro indiano Narendra Modi e il ruolo che le sue società hanno nell’economia indiana. 

Adani, nato nel 1962, proviene da una famiglia di commercianti. Inizialmente si era dedicato all’import-export di diamanti, un settore importante per lo Stato indiano del Gujarat, da cui proviene anche il premier indiano, per poi lanciarsi nel settore delle infrastrutture a partire dagli anni ‘90 del secolo scorso. Secondo i commentatori la sua è una classica storia di accumulazione di capitale, resa possibile grazie alle connessioni politiche. Il rapporto tra l’imprenditore e Modi, quando questi governava il Gujarat, si è cementato dopo i pogrom contro la comunità musulmana del 2002, per i quali Modi è stato di recente accusato anche da un documentario della Bbc e che - ufficialmente per questioni di copyright - ora è quasi impossibile da trovare online. 

In quegli anni Adani, diversamente dal resto del mondo imprenditoriale indiano, si è schierato con Modi e da dopo gli anni 2000 ha cominciato a creare la propria associazione di imprese. Il Pil del Gujarat ha eclissato quello degli altri Stati indiani, portando gli esperti a parlare di “modello Gujarat” e creando l’aspettativa che Modi, salito al potere nel 2014, avrebbe esteso la nuova dottrina a tutto il Paese. 

Detto fatto: dal 2014 a oggi la ricchezza di Adani è cresciuta del 230% grazie alle privatizzazioni messe in atto dal governo e alle politiche favorevoli alle imprese del suo gruppo, che hanno vinto tantissime di gare d’appalto per quella che il premier ha definito la “costruzione della nazione”.

A unire i due uomini, infatti, non è solo uno stretto rapporto di amicizia (Modi ha più volte volato sui jet di Adani per assumere i propri incarichi politici) ma anche una visione di intenti: entrambi vogliono costruire una nazione che possa competere con le grandi potenze globali (con un occhio in particolare verso la Cina) e infatti non è un caso che Adani abbia definito il rapporto di Hindenburg Research un attacco contro l’intero Paese. 

L’economia indiana, fortemente decentralizzata, ha quindi virato sempre più verso un capitalismo clientelare che ora sta mostrando i propri lati oscuri. Le società di Adani sono diventate le aziende leader in settori chiave per la crescita economica: la produzione di energia, le infrastrutture portuali (per i commerci con l’estero) e quelle aeroportuali (per i trasporti interni). Ma come scrive Bloomberg, le società di Adani pervadono la vita indiana in tutti i suoi aspetti: “Il carbone estratto dalle miniere di proprietà di Adani viene spedito attraverso i suoi porti e le sue ferrovie, quindi trasportato alle fornaci delle sue centrali elettriche. L'elettricità prodotta scorre sulle sue linee di trasmissione nelle case costruite con il cemento prodotto dal suo gruppo, dove le persone preparano la cena su fornelli alimentati con il gas di Adani e olio da cucina di Adani. Nessun altro individuo nella storia moderna dell'India ha costruito una tale presenza in così tanti settori dell'economia in così poco tempo”.

Adani è accusato dal gruppo di ricerca Hindenburg di aver gonfiato il valore delle proprie azioni, grazie a una serie di holding legate alla sua famiglia situate in paradisi fiscali. Ciò finora ha permesso non solo un aumento della ricchezza per la sua famiglia, ma soprattutto l’ottenimento di quei prestiti e finanziamenti necessari a investire direttamente nell'economia del Paese e realizzare i progetti che avrebbero dovuto rimodellare la nazione. 

In altre parole, la crescita guidata dal predominio del gruppo Adani si è basata su una distorsione e un cortocircuito che ha legato le valutazioni di mercato a un rapporto politico clientelare che aveva favorito quella stessa superiorità nell’economia domestica. 

Al momento, anche se gli investitori verranno ripagati, non è chiaro che impatto avranno le perdite finanziarie registrate finora sull’economia - e soprattutto sulla società - indiana. L’India potrebbe prendere la strada della Corea del Sud, dove i principali volani economici sono i grandi conglomerati aziendali a conduzione familiare (come Samsung), ma potrebbe anche andare incontro a una sempre maggiore deformazione della concorrenza e arrivare a erodere lo Stato di diritto e rendere l’India un Paese ancora meno democratico. Non è forse un caso che una delle più recenti acquisizioni del gruppo Adani sia stata l’emittente New Delhi TV, generando preoccupazioni tra i difensori della libertà di stampa e dei diritti umani.

Ma diversi analisti sottolineano che ora a preoccupare molti indiani (che nel 2024 saranno chiamati alle urne) è se le promesse fatte finora sulla realizzazione di strade e aeroporti verranno mantenute.

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