03/10/2024, 14.22
VATICANO
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Migrazioni e cattolici di rito orientale: Vaticano prepara documento

Uno dei dieci temi emersi già l'anno scorso dal Sinodo e affidati da papa Francesco ad alcuni gruppi ristretti di lavoro riguarda i rapporti tra le Chiese orientali cattoliche e le Chiese latine. Relazionando all'Assemblea sinodale in corso a Roma sul percorso intrapreso è stato annunciato che il frutto della riflessione in questo ambito sarà un testo sulla cura pastorale dei fedeli nelle diaspore.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Il gruppo di studio incaricato da papa Francesco di esaminare la questione dei rapporti tra le Chiese orientali cattoliche e la Chiesa latina sta lavorando in vista di un documento che il pontefice ha intenzione di inviare ai vescovi latini sulla cura pastorale dei cattolici di rito orientale nella loro diaspora. Lo si legge nella relazione presentata da questo gruppo di tredici esperti guidato dal canonista ungherese Péter Szabó all’Assemblea sinodale, in corso in Vaticano. Proprio l’ascolto dei “piani di lavoro” dei 10 gruppi di studio istituiti a febbraio da papa Francesco per approfondire altrettante questioni teologiche presenti nella Relazione di sintesi prodotta dal Sinodo alla fine della sua prima sessione, ha aperto in queste ore i lavori della seconda sessione. Si tratta di temi che spaziano dalla formazione al sacerdozio all’ascolto del grido dei poveri, dall’esercizio del ministero del vescovo in prospettiva sinodale alla partecipazione delle donne alla vita e alla guida della Chiesa.

Questi gruppi ristretti è previsto che presentino a papa Francesco una relazione entro il mese di giugno del 2025, in un lavoro che - ha spiegato il card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo - “non è estraneo al Cammino sinodale e soprattutto allo stile sinodale che come Chiesa stiamo cercando di assumere”. Per questo i loro membri sono “chiamati a restare aperti a una partecipazione più ampia, quella dell’intero popolo di Dio”. E “fino al mese di giugno 2025, sarà possibile far pervenire loro contributi, osservazioni, proposte. I pastori e i responsabili ecclesiali - ha specificato il card. Grech - ma anche e soprattutto ogni fedele, uomo o donna, e ogni gruppo, associazione, movimento o comunità potrà partecipare con il proprio contributo”.

In questo cantiere aperto si pone – dunque - anche la questione dei molti fedeli cattolici di rito orientale che hanno lasciato i loro territori storici di origine con un’emigrazione alimentata da guerre, disordini politici e instabilità economica. Volto specifico della Chiesa migrante, che è chiamata a non perdere la ricchezza della diversità di tradizioni anche là dove non sia possibile per le Chiese orientali di provenienza erigere circoscrizioni proprie.

Anche in questo ambito la convivenza non è sempre facile: la relazione di sintesi presentata ieri al Sinodo elenca una serie di problemi come la “latinizzazione” dei fedeli o il fenomeno di sacerdoti di rito orientale chiamati a  rimpiazzare il clero latino sempre meno numeroso, abbandonando di fatto il ministero nelle proprie Chiese d’origine. Proprio a facilitare la comprensione reciproca dovrebbe mirare il documento. E per predisporlo sta riflettendo a partire da un questionario di domande: “Che cosa si richiede a vescovi latini - esemplifica la relazione - nei confronti di fedeli orientali presenti sul territorio delle loro diocesi e sprovvisti di gerarca proprio, oppure per aiutare un Pastore orientale che fatichi a raggiungerli? Quali forme di collaborazione sono possibili e opportune in un territorio dove sono presenti più riti? Quale conoscenza reciproca esiste e come è possibile migliorarla? Come può essere applicata, approfondita o migliorata la normativa canonica per favorire la cura pastorale dei cattolici orientali nella diaspora? Qual è in tutto ciò il ruolo della Santa Sede?”.

Al termine di questo confronto il gruppo elaborerà la bozza di un testo per il documento che verrà sottoposto all’Assemblea plenaria del Dicastero per le Chiese Orientali che lo esaminerà e delineerà l’iter conclusivo da sottoporre a papa Francesco.

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