Migliaia di pro-Morsi continuano a manifestare sfidando l'ultimatum del governo
Il Cairo (AsiaNews) - Migliaia di sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi hanno deciso di continuare le loro manifestazioni nonostante le minacce del governo contro le dimostrazioni.
Dal 3 luglio, la data della rimozione di Morsi, Fratelli musulmani ed islamisti organizzano manifestazioni e sit-in in una piazza vicino alla moschea di Rabaa al-Adawiya e in piazza Nahda, vicino all'università del Cairo. Il capo delle Forze armate, gen. Abdel Fattah Al-Sisi ha già dato un ultimatum e la scorsa settimana vi sono stati scontri fra forze di sicurezza e manifestanti pro-Morsi, con decine di morti e centinaia di feriti.
Il ministero ad interim degli interni ha ribadito ieri che i sit-in e i gesti di "terrorismo e di blocco delle strade" non sono più accettabili perché divenuti "una minaccia alla sicurezza del Paese". Ma diverse personalità dei Fratelli musulmani hanno ribadito che i dimostranti non saranno fermati dalle minacce e continueranno fino "al massacro", chiedendo il rispetto "della democrazia".
Mohamed Morsi è stato eletto nel giugno dello scorso anno con le prime elezioni libere dopo la caduta di Hosni Mubarak. Ma da subito ha cercato di monopolizzare il potere con leggi speciali, eliminando oppositori, operando una pulizia ideologica nel potere giudiziario, lasciando spazio solo alla Fratellanza e ai salafiti. Questo ha portato a grandi manifestazioni di protesta e alla raccolta di oltre 20milioni di firme per destituirlo da presidente. L'esercito ha appoggiato l'ondata di risentimento verso Morsi e ha fatto nascere un governo ad interim che prepara nuove elezioni e nuova costituzione - più liberale e meno islamica - per l'anno prossimo.
Ieri, il capo supremo della Fratellanza, Mohammed Badie, è stato accusato di spingere alla violenza i dimostranti. La scorsa settimana Morsi è stato accusato di "omicidio premeditato di alcuni prigionieri, ufficiali e soldati" durante le sommosse anti-Mubarak nel gennaio 2011. È anche accusato di cospirazione con il gruppo di Hamas, che dalla Striscia di Gaza conserva buoni legami coi Fratelli musulmani ed è sospettato di attacchi contro i soldati nel Sinai.
Unione europea e Stati Uniti difendono il diritto di assemblea della Fratellanza, ma sono preoccupati per una escalation delle violenze e chiedono una soluzione pacifica delle tensioni.