Migliaia di pescatori protestano ancora: “chiediamo più diritti”
Colombo (AsiaNews) – Una nuova protesta non violenta - Satyagraha - organizzata da migliaia di pescatori e da diverse organizzazioni si è tenuta il 9 e il 12 aprile a Colombo, davanti al Ministero della pesca. I pescatori hanno chiesto al ministro di abrogare il MOU - firmato con la compagnia delle Maldive - che prevede la pesca, lo sbarco e l’esportazione nei loro mari; di alzare i prezzi dei tonni di esportazione e dare priorità ai produttori locali; di predisporre un piano di marketing fatto dalla Ceylon Fisheries Cooperation e migliorare il sistema di comunicazione in mare.
Herman Kumara, presidente della National Fisheries Solidarity (Nafso) dello Sri Lanka e segretario generale del World Forum of Fisher People (Wffp), ha riferito ad AsiaNews: “La Nafso conosce le esigenze dei pescatori ed è la principale organizzatrice di questa protesta. Noi, le organizzazioni e i pescatori dobbiamo fare una grande battaglia per ottenere le poche richieste che avanziamo”. “Il 18 ottobre 2006 – aggiunge Kumara - con il Ministro della pesca Felix Perera e con i rappresentanti dei pescatori abbiamo chiesto alla polizia di fermare i pescatori illegali. Ma dopo sei mesi non ne è stato arrestato neppure uno”.
“Il ministro - ha inoltre sottolineato Herman Kumara - non è d’accordo nel bloccare le licenze alle navi dei pescatori stranieri. Per aiutare i pescatori sottopagati dello Sri Lanka, dobbiamo spingerlo a prendere provvedimenti nel rispetto della legge”.
Tra chi protestava, il presidente della società St. Anne Fisheries Cooperative, W. M. Thomas Fernando di Kokilal, che ha riferito ad AsiaNews: “Le barche dei pescatori stranieri arrivano nei nostri mari come collaboratrici e invece si impossessano di tutte le nostre risorse. In questo modo i nostri pescatori vedono diminuire i loro guadagni. Dobbiamo cambiare questa situazione”.
K. Titus di Galle, Joseph Sebastian di Negombo, W. Camilus Waas di Thoduwawa, M. M. Malani di Matara, solo alcuni di coloro che hanno partecipato alla protesta, mostrando cartelloni e slogan, hanno detto ad AsiaNews: “Lottiamo – nel rispetto della legge - per difendere le nostre acque”.
Già il 27 marzo i pescatori più poveri della costa occidentale dello Sri Lanka avevano organizzato una protesta non violenta nel sud, a Galle. Ma poche erano le persone che vi avevano preso parte.
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