Migliaia di indù si convertono al buddismo “per essere trattati da esseri umani”
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Migliaia di indù tribali e Dalit si sono convertiti al buddismo con un’unica cerimonia a Mumbai. Sperano così di sfuggire al rigido sistema indù delle caste e di essere trattati “da esseri umani”.
Shravan Gaikwad, rappresentante del gruppo Dalit Samatha Sainik Dal, parla di almeno 5mila convertiti. La cerimonia è stata tenuta in occasione del 50mo anniversario della conversione al buddismo del leader Dalit Bhimrao Ambedkar e vi hanno partecipato delegati anche esteri di Sri Lanka, Thailandia e Giappone.
La conversione di massa appare avvenuta per sfuggire al rigido sistema di caste indù, che pone Dalit e tribali all’ultimo posto della società e “per essere trattati da esseri umani”, come commenta un attivista per i diritti dei Dalit. Almeno un sesto degli 1,1 miliardi di indiani appartengono alla casta inferiore. L’India riserva una quota di posti di lavoro a Dalit e tribali, ma la loro condizione sociale è ancora deteriore e affrontano diffuse discriminazioni.
I nazionalisti indù si oppongono alla conversione degli indù e alcuni Stati indiani (specie quelli governati dal Partito Bharatiya Janata) hanno approvato leggi che puniscono chi cambia fede e chi fa proselitismo, specie se cristiano o islamico, mentre non c’è una grande avversione per chi si converte al buddismo, che molti considerano un’estensione dell’induismo. Due settimane fa due sacerdoti cattolici sono stati percossi in pubblico per avere fatto opere di proselitismo presso la popolazione.