Migliaia di civili in fuga dal conflitto fra esercito birmano e ribelli Shan
Testimoni oculari riferiscono di un “esodo di massa”. I rifugiati accolti in campi allestiti dal governo cinese a Nansas, cittadina nei pressi del confine fra Myanmar e Cina. L’esercito birmano ha lanciato un’offensiva per costringere alla resa i ribelli; il governo vuole che collaborino nella difesa dei confini nazionali.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Migliaia di civili hanno varcato il confine fra il Myanmar e la Cina, per sfuggire al conflitto in corso fra l’esercito birmano e gruppi ribelli della minoranza etnica Shan. I media cinesi parlano di 10mila persone dall’inizio di agosto; fonti locali riferiscono di “un esodo di massa”. Centinaia di truppe governative, intanto, hanno raggiunto l’area per sradicare la resistenza.
La giunta militare al potere in Myanmar – nazione composta dalla maggioranza birmana e numerose minoranze etniche – ha lanciato un’offensiva verso i gruppi etnici ribelli; i militari intendono costringerli alla resa in vista delle elezioni politiche del 2010 e a collaborare con il governo nella difesa dei confini nazionali.
Un testimone oculare della cittadina cinese di Nansan riferisce che “un gruppo consistente di profughi” ha varcato la frontiera il 25 agosto scorso, attraverso la cittadina birmana di Kokang, nello Shan. Una seconda fonte afferma di non aver visto “nulla di simile da almeno 10 anni”; al momento i rifugiati sono ospitati nei centri allestiti dal governo cinese.
Nel frattempo il Myanmar Peace and Democracy Front (Mpdf), alleanza formata da quattro gruppi etnici ribelli, conferma un “confronto militare” fra il Mpdf e l’esercito birmano. La tensione, affermano, è “molto alta”. Il fatto è avvenuto l’8 agosto ed è stato innescato dalla “minaccia dei militari istigati dal governo”, il quale utilizza il pretesto della “lotta al traffico di droga” per annientare la resistenza dei ribelli.
La battaglia in corso causa “shock e frustrazione” in tutta la regione e lungo il confine. I ribelli aggiungono che la lotta “getta un’ombra oscura” sulla possibilità di relazioni e dialogo tra i gruppi etnici e il governo birmano.
La lotta interna delle minoranze etniche birmane è un problema che si trascina da decenni. Solo Aung San Suu Kyi, leader del partito di opposizione Lega nazionale per la democrazia (Nld), era riuscita a unire in una causa comune tutta la popolazione del Myanmar, trionfando alle urne nelle ultime elezioni democratiche del 1990.
Tra i più attivi nella lotta contro il governo – che non ha mai riconosciuto l’esito delle urne, imponendo una rigida dittatura militare – vi sono i ribelli del Karen National Union (Knu), che non hanno mai sottoscritto un accordo di pace. Il conflitto tra il Knu e l’esercito governativo dura da oltre 60 anni ed è uno dei più vecchi al mondo tuttora in corso.
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