Migliaia di cattolici in preghiera per Dong Chiem, la parrocchia sotto assedio
di Thanh Thuy
Veglie si sono svolte a Hanoi e Ho Chi Minh City, pregando per i fedeli e i sacerdoti, ed anche per il governo vietnamita. Malgrado le minacce rivolte contro chi avesse preso parte ai riti e la presenza in forze della polizia intorno alle chiese, non ci sono stati incidenti.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) – Preghiere per i parrocchiani di Dong Chiem, per i sacerdoti di Hanoi e anche per il governo vietnamita. Erano in seimila, ieri sera, alla veglia del monastero redentorista di Ho Chi Minh City. Quasi contemporaneamente a Hanoi (nella foto), un rito analogo si svolgeva, con migliaia di persone, alla cattedrale di San Giuseppe, guidata dal vescovo ausiliare Lawrence Chu Van Minh. Qui si è pregato anche per l’arcivescovo Joseph Ngo Quang Kiet, sotto attacco dagli attivisti governativi, che manifestano contro di lui e ne chiedono le dimissioni.
Reagiscono così i cattolici vietnamiti all’attacco condotto dalle autorità locali, che hanno distrutto il crocefisso sul monte Tho, all’interno del terreno della parrocchia di Dong Chiem, messa sotto assedio, con I fedeli minacciati e picchiati. Incontri del tutto pacifici, ai quali da parte governativa si risponde con minacce. A Ho Chi Minh City, ad esempio, le autorità locali avevano minacciato “azioni estreme” e “arresti” contro chi avesse preso parte alla veglia di preghiera. “Se volete arrestarmi, fatelo ora. Sono pronto a seguirvi”, ha detto ieri sera padre Joseph Le Quang Uy rivolto alle centinaia di agenti presenti attorno al monastero. Si temeva anche un attacco della polizia, ma il rito si è svolto senza incidenti.
Padre Vincent Pham Trung Thanh, superiore dei redentoristi del Vietnam ha introdotto la messa spiegando che “siamo qui per offrire le nostre preghiere per la parrocchia di Dong Chiem, i sacerdoti dell’arcidiocesi di Hanoi e per la giustizia e la pace nel nostro Paese”. I cattolici hanno mostrato che la comunione esistente tra loro e in tutto il mondo. Riunioni di preghiera con le stesse intenzioni si sono svolte o sono state già programmate negli Stati Uniti, in Germania, in Australia.
“Noi – dice ad AsiaNews un giovane sacerdote – non possiamo incolpare i leader di non capire di cultura, ma il problema grave è che le autorità locali hanno intenzionalmente e a tutti i livelli spianato, circondato e soppresso la parrocchia”. In effetti, le autortà locali si sono unite con “forze armate” per reprimere i parrocchiani, picchiando e arrestando innocenti fedeli. Hanno guidato “gente cattiva” a distruggere il crocefisso e a colpire I credenti e le loro convinzioni religiose. Questa è la verità.
“Le autorità locali – commenta Maria, una insegnante cattolica – hanno usato picchiatori per aggredire e minacciare laici e sacerdoti che svolgono lì la loro opera. I picchiatori hanno violato la legge del Vietnam, così la legge dovrebbe perseguire queste ‘cattive persone’. Quelle autorità locali debbono essere chiamate a rispondere delle loro cattive azioni contro I cattolici”. “Hanno anche minacciato – continua – alcuni sacerdoti dell’arcidiocesi di Hanoi. I leader locali hanno violato la ‘credenza religiosa’ della popolazione cristiana in Vietnam e in tutto il mondo”.
Non sono i soli. Le autorità di Ho Chi Minh City si sono scagliate contro la comunità dei redentoristi, accusandoli di usare la Chiesa di Nostra Signore del perpetuo soccorso come una base per “distorcere, accusare falsamente e criticare il governo, spingendo i fedeli all’incomprensione delle politiche del Partito e delle leggi nazionali”. Sotto tiro, in particolare, padre Joseph Le Quang Uy, accusato di sfruttare il suo ruolo di guida nelle veglie di preghiera per distorcere la situazione sociale, politica ed economica e denunciare violazioni dei diritti umani da parte del governo”.
(Ha collaborato Emily Nguyen)
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