Metropolita Zizioulas: non dobbiamo restare legati ai mali del passato
di NAT da Polis
Il prelato, che è anche copresidente della Commissione mista cattolici ortodossi, celebrando messa a Pergamo afferma che dobbiamo liberare i nostri animi da quei legami che ci trattengono infruttuosamente inchiodati al passato e dobbiamo guardare al futuro. Da queste terre è venuta la più grande saggezza della storia dell’intera umanità, contenuta in una sola parola, quella della carità.
Istanbul (AsiaNews) – Il passato non può vincolare il presente; questo è il messaggio, pieno di significati che il grande teologo della Chiesa ortodossa Giovanni Zizioulas, metropolita di Pergamo e copresidente della Commissione mista cattolici ortodossi per l’unità delle due Chiese, ha voluto inviare, celebrando la messa (nella foto) tra i ruderi della chiesa di San Giovanni evangelista a Pergamo, in Turchia, presente il Patriarca ecumenico Bartolomeo. Un messaggio rivolto a cristiani e non, molto significativo anche per la presenza di Bartolomeo, il quale compiaciuto non ha nascosto la sua emozione.
La messa è stata celebrata con il consenso delle autorità turche e in un clima del tutto differente alla volta precedente, nel 2006, quando il rito venne disturbato dalle urla dei Lupi grigi. Ma quello che ha più colpito è stata la presenza di persone del luogo, accanto a fedeli accorsi dalle vicine isole greche.
Zizioulas ha iniziato la sua omelia ricordando che, proprio in questi luoghi dove il fratello prediletto di Nostro Signore, Giovanni Evangelista, detto anche il Teologo, diffuse il messaggio cristiano, noi oggi festeggiamo insieme a tutti i nostri martiri e predecessori, per gridare insieme che Cristo è risorto.
“Questa è la grandezza della nostra Chiesa – ha continuato Ioannis Zizioulas - che vuole trasmettere con fede e certezza il messaggio della Risurrezione, ossia la vittoria della vita sulla morte, perchè la morte non costituisce l’ultima parola sulla nostra vita. Così come pure l’odio, la violenza e il male non sono l’ultima parola sulla nostra vita, perchè essi furono sconfitti da Nostro Signore”. La Chiesa ortodossa, ha aggiunto, interpreta e trasmette questo messaggio in vari modi, ma sopratutto con la Santa Messa, che rappresenta l’unione dei vivi con i morti in un solo corpo, quello di Nostro Signore Gesù Cristo. “E noi tutti qui uniti in questa Santa Messa, possiamo esclamare che il tempo non può dominarci e il passato non può legarci a tutti i suoi mali, perpetuando il suo odio, le sue paure e malizie. Dobbiamo liberare i nostri animi da quei vincoli che ci trattengono infruttuosamente inchiodati al passato e dobbiamo guardare al futuro”.
Da queste terre, ha affermato il metropolita di Pergamo, è venuta la più grande saggezza della storia dell’intera umanità, contenuta in una sola parola, quella della carità, l’amore. Una saggezza che il mondo antico, malgrado abbia toccato, sue queste stesse terre, vette altissime dell’umano sapere, non riuscì mai a concepire: la saggezza di questa sola parola, Amore”.
Proprio lui, Giovanni Evangelista, ha concluso Zizioulas, diffuse questo messaggio su queste terre. Rivolgendosi infine al Patriarca ecumenico ha detto che, grazie al suo intenso ed assiduo lavoro per la coesistenza pacifica dei popoli di queste terre, è riuscito a vincere le paure ottenendo dalle autorità turche i permessi per la celebrazione della messa sui luoghi che videro nascere e crescere il messaggio cristiano. Bartolomeo con la voce rotta dall’emozione ha concluso che “siamo venuti qui per far ricordare loro che siamo vivi e non li abbiamo mai dimenticati”.
FOTO: Nikos Manginas
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