Messaggio per la fine del Ramadan: Educare i giovani cristiani e musulmani alla giustizia e alla pace
Città del Vaticano (AsiaNews) - In occasione della fine del Ramadan, il mese di digiuno islamico che si conclude il 18 agosto, il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso ha diffuso oggi un messaggio di saluto a firma del suo presidente, il card. Jean Louis Tauran, per esortare tutti a educare i "giovani cristiani e musulmani alla giustizia e alla pace, che sono inseparabili dalla verità e dalla libertà". Il messaggio ricalca le tematiche di quello di Benedetto XVI per la Giornata della Pace 2012. In esso si sottolinea che per il lavoro educativo ha grande importanza la famiglia, le scuole e le università, "senza dimenticare i responsabili della vita religiosa, culturale, sociale, economica e del mondo della comunicazione".
Il messaggio ha un grande valore perché appare in un momento in cui la gioventù di molti Paesi islamici è in fermento per le rivoluzioni "arabe", che spesso hanno visto come protagonisti proprio i giovani.
Citando il papa, il messaggio afferma, che oggi come educatori sono soprattutto richiesti "autentici testimoni, e non meri dispensatori di regole e di informazioni... Il testimone è colui che vive per primo il cammino che propone".
L'educazione alla giustizia si basa sulla "identità della persona umana, considerata nella sua integralità" e per i credenti essa pesca "nel fatto che tutti gli uomini sono creati da Dio e sono chiamati a formare una sola ed unica famiglia. Una tale visione delle cose, nel pieno rispetto della ragione e aperta alla trascendenza, interpella pure tutti gli uomini e le donne di buona volontà, permettendo di coniugare armoniosamente diritti e doveri".
"Nel mondo tormentato in cui viviamo - continua il messaggio - diventa sempre più urgente l'educazione dei giovani alla pace. Per impegnarvisi in modo adeguato, si deve comprendere la vera natura della pace che non si limita all'assenza della guerra, né all'equilibrio delle forze contrapposte, ma è insieme dono di Dio e opera umana, da costruire incessantemente. Essa è frutto della giustizia ed un effetto della carità. È importante che i credenti siano sempre attivi in seno alle comunità di cui sono membri: praticando la compassione, la solidarietà, la collaborazione e la fraternità, essi possono contribuire efficacemente a raccogliere le grandi sfide dell'ora presente: crescita armoniosa, sviluppo integrale, prevenzione e risoluzione dei conflitti, per citarne solo alcune".
Il card. Tauran incoraggia infine i giovani cristiani e musulmani ad essere "araldi di giustizia e di pace e costruttori di una cultura rispettosa dei diritti e della dignità di ogni cittadino". Per questo, essi sono invitati "ad avere la pazienza e la tenacia necessarie per realizzare questi ideali, senza mai ricorrere a compromessi ambigui, scorciatoie ingannevoli o mezzi poco rispettosi della persona umana".