Messaggio del Papa per la morte di Shenouda III. Code chilometriche alla salma
Il Cairo (AsiaNews) - Con un messaggio diffuso dalla Sala stampa vaticana, Benedetto XVI assicura le sue preghiere e la partecipazione di tutti i cattolici al dolore della comunità ortodossa per la morte di Shenouda III, patriarca della Chiesa copto ortodossa morto lo scorso 17 marzo a 88 anni.
Intanto, decine di migliaia di fedeli copti provenienti da tutto l'Egitto affollano da questa notte la cattedrale di S. Marco al Cairo per dare l'ultimo saluto al defunto leader religioso. Secondo i media egiziani la coda per entrare in chiesa supera il chilometro. A causa della calca, tre persone sono morte schiacciate dalla folla. Per consentire a tutta la comunità copta di rendere omaggio al patriarca, il generale Hussein Tantawi, capo del Consiglio supremo dei militari (Scaf) ha indetto tre giorni di vacanza per tutti i cristiani ortodossi. In via del tutto eccezionale, le autorità hanno autorizzato l'esposizione della salma in cattedrale fino ai funerali, che verranno celebrati domani. Shenuda III sarà sepolto nel cimitero del monastero di St. Bushoy a Wadr Natrun (delta del Nilo), dove il patriarca ha passato quattro anni agli arresti domiciliari, dal 1981 al 1985, per le sue critiche al regime dell'allora presidente Anwar al-Sadat.
Nel suo messaggio, il papa sottolinea "quanto la Chiesa Cattolica tutta intera partecipi al dolore che affligge i Copti ortodossi". Egli ricorda il grande impegno di Shenuda per l'unità dei cristiani, soprattutto la sua "memorabile visita a Paolo VI e la loro firma il 10 maggio 1973 a Roma della Dichiarazione comune di Fede nell'Incarnazione del Figlio di Dio, fino al suo incontro al Cairo con Giovanni Paolo II nel corso del Grande Giubileo dell'Incarnazione, il 24 febbraio dell'anno 2000".
In Egitto, messaggi giungono anche dai più importanti leader religiosi e politici musulmani. Ahmed al-Tayeb, grande imam di Al-Azhar, la più importante università islamica sunnita, ricorda il "caro amico" Shenouda, sottolineando che l'"Egitto ha perso uno delle sue più grandi figure". Nabil al- Arabi, presidente della Lega Araba, descrive il leader religioso copto come "una grande personalità che in più occasioni non ha avuto paura a farsi carico delle responsabilità degli egiziani e di tutto il mondo arabo". Ieri, il gen. Tantawi è andato di persona a rendere omaggio alla salma del defunto leader religioso nella cattedrale di S. Marco.
Il patriarca ha guidato la Chiesa, la più numerosa del Medio oriente (circa il 6-10% della popolazione egiziana, di circa 80milioni di persone) in un periodo di grandi trasformazioni e di tensioni con il mondo islamico. Da una parte egli ha spinto all'approfondimento della fede con studi, catechesi, libri di cui egli stesso è autore, aprendosi al movimento ecumenico, ai rapporti con il papa di Roma e rinforzando i legami con i copti all'estero. Nei suoi anni sono cresciute le vocazioni monastiche in Egitto e sono aumentate le comunità copte negli Usa, in Australia, in Canada.