Mercati asiatici con pochi segni di vita, si teme la deflazione
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – I mercati asiatici hanno mostrato oggi piccoli segni di vita, ma gli analisti temono che una deflazione (depressione più recessione) sia ormai alle porte.
In generale i mercati hanno viaggiato in negativo, anche se le perdite sono minori rispetto a ieri, ribattezzato come un ennesimo “lunedì nero”.
Sudcorea, Singapore e Taiwan hanno reagito positivamente alla decisione della banca centrale australiana di ridurre di un punto, portandolo al 6%. La borsa di Sydney ha subito reagito innalzando l’indice al più 1,7%.
La borsa di Tokyo ha chiuso a meno 3%, il livello più basso negli ultimi 5 anni, dopo essere scesa del 5% in apertura. La banca centrale del Giappone ha ancora una volta iniettato 1000 miliardi di yen per stabilizzare il mercato dei prestiti.
A Shanghai le azioni hanno chiuso a meno 0,73%; al mattino erano scese a meno 4,64%. La borsa di Hong Kong è chiusa per vacanza.
Il timore degli investitori è che con le banche che affondano nella crisi dei prestiti, la crescita venga compromessa e i prezzi delle merci tendano a scendere.
Già ora molti prezzi sono stati colpiti: in un anno i prezzi delle case negli Usa e in Gran Bretagna sono scesi del 10%. Petrolio, rame e granoturco hanno visto il loro più ampio ribasso da 56 anni a questa parte: il rame ieri è sceso del 4,7%; il crudo è sceso al di sotto di 90 dollari al barile per la prima volta dallo scorso febbraio.
L’indice Reuters/Jefferies di 19 materie prime è sceso del 10,4%, quello di 19 merci è sceso del 43% rispetto al picco segnato lo scorso aprile: una perdita più grande del loro stesso valore di due anni fa.
Il Baltic Dry Index, che misura i costi dei trasporti marittimi, da maggio è sceso del 75%.