Melamina anche nel latte cinese esportato, l’Asia lo bandisce
Manila (AsiaNews) – Anche le Filippine hanno ieri proibito l’importazione e la vendita del latte cinese, aggiungendosi a Taiwan, Singapore, Malaysia, Indonesia, Myanmar, Brunei e Hong Kong in Asia. Il Vietnam lo ha vietato dopo avere riscontrato melamina in un carico di 101 tonnellate di latte in polvere e ha ordinato severi controlli entro settembre su tutto il latte in commercio.
Il latte in polvere, il latte fresco e altri prodotti caseari di 22 ditte cinesi leader sono stati trovati contenere la melamina, sostanza ricca di azoto che fa sembrare i prodotti più ricchi di proteine, nociva per l’uomo. La sostanza c’è anche nei prodotti cinesi esportati, sebbene ispettori e ditte coinvolte abbiano dapprima proclamato che ne erano invece privi. Le dimensioni del fenomeno (coinvolte le ditte che producono oltre il 60% del latte fresco cinese e oltre la metà del latte in polvere, circa 53mila neonati ammalati ai reni, 7.704 migliaia di tonnellate di prodotti ritirati fino a ieri) suscitano allarme in tutto il mondo.
A Manila il segretario al Commercio Peter Favila chiede ai commercianti di togliere dalla vendita i prodotti cinesi al latte e portarli ai centri statali per esami. L’Ufficio di dogana dice che ci saranno maggiori controlli su tutti gli alimenti cinesi, prima di autorizzarne l’importazione.
La senatrice Pia Juliana Cayetano, presidente del Comitato per salute e demografia, dice che possono ancora esserci problemi “per la pessima abitudine di alcuni negozianti di togliere il latte in polvere dalle confezioni per venderlo in piccole buste, che inconsapevoli madri possono dare ai bambini”. Anche per questo il sindaco di Manila Alfredo Lim ha disposto ispezioni sui negozi che vendono latte in polvere senza marca.
In tutta l’Asia dal Giappone alla Thailandia, c’è massima allerta su biscotti, gelati, ciambelle e ogni prodotto che può contenere il latte cinese tossico. I bambini sono portati in ospedale per esami (nella foto). Per precauzione, scuole e negozi evitano vari prodotti: basta una voce perché siano scartati prodotti anche delle multinazionali, come i confetti M&Ms e i biscotti Oreo della Kraft Alimenti.
In Bangladesh ci sono controlli su tutto il latte in polvere importato, anche da Paesi con elevati standard di sicurezza alimentare come Australia, Nuova Zelanda e Danimarca. Ieri la Malaysia ha proibito anche confetti, cioccolato e tutti i prodotti cinesi in cui c’è latte e il ministro per la Salute annuncia ulteriori divieti.
Alto l’allarme a Taiwan, dove il premier Liu Chao-shiuan ha ammesso ieri che molte fabbriche e pasticcerie usano prodotti caseari cinesi, anche delle ditte coinvolte come la Sanlu, per fare dolci, pane e bevande. Grandi ditte locali, come la King Car Industrial, stanno ritirando dal commercio i prodotti contenenti creme importate dalla Cina. Molti di questi prodotti,usati ad esempio nella crema per il caffé o nella zuppa di cereali, sono risultati contenere melamina. Le vendite al dettaglio dei prodotti contenenti latte sono scese tra il 40 e il 70% e il Partito d’opposizione democratico progressivo insiste che Pechino deve rivelare ogni notizia utile e risarcire i danni.
In risposta al diffuso allarme Jiang Yu, portavoce del ministro cinese degli Esteri, dice che si è “pronti a collaborare con gli uffici per la sicurezza alimentare per risolvere ogni problema”, anche se ha detto di non possedere dati precisi sulle esportazioni casearie cinesi.
La Cina ha prodotto 32 milioni di tonnellate di latte nel 2006.