Mehlis accusa la Siria di "propaganda" nell'inchiesta su Hariri
Vienna (AsiaNews/Agenzie) - Il capo degli investigatori Onu, Detlev Mehlis, ha accusato ieri Damasco di usare un testimone siriano come strumento di propaganda nell'indagine sull'omicidio dell'ex premier libanese Rafik al-Hariri. Secondo il tesdesco Mehlis l'inchiesta delle Nazioni Unite sull'attentato a Beirut del 14 febbraio scorso non è per nulla indebolita da Hosam Taher Hosam, il quale recentemente ha ritrattato la propria testimonianza.
Hosam è comparso giorni fa sulla tv siriana, accusando funzionari libanesi di aver elaborato un complicato schema di minacce, tangenti e torture per indurlo a testimoniare il falso contro la Siria, e ha detto che i primi riscontri dell'inchiesta fanno affidamento in gran parte sulle bugie che è stato costretto a raccontare.
"Sono abituato a questo tipo di propaganda", ha detto Mehlis, secondo il quotidiano di Beirut al-Safir. "Ho trascorso 40 anni in Germania ed eravamo abituati a vedere cose del genere nei vecchi paesi dell'Est Europa".
Il rapporto Mehlis sull'assassinio di Hariri chiama in causa alcuni alti ufficiali siriani e ipotizza che l'omicidio fu progettato a Damasco da siriani e alleati libanesi. La Siria nega le accuse e definitsce il rapporto come politicamente ispirato, affermando che la testimonianza di Hosam è la fonte principale che coinvolge i siriani.
"Non c'è un testimone principale. C'è un testimone che ha dato informazioni alla commissione (d'inchiesta). Quel che Hosam ha detto in Siria è diverso da quel che ha detto a noi". Mehlis ha detto che gli investigatori vorrebbero di nuovo interrogare Hosam, perché sta cercando di ostacolare l'indagine.
Il procuratore ha anche anticipato che dopo l'interrogatorio di 5 dirigenti siriani fissato per la prossima settimana a Vienna (luogo prescelto come compromesso dopo che Mehlis aveva chiesto di sentirli a Beirut e che la Siria aveva rifiutato), il suo team potrebbe voler ascoltare anche altri ufficiali. I risultati finali dell'indagine Onu sono attesi per il 15 dicembre.
Il 30 novembre, Ibrahim Gambari, sottosegretario generale dell'Onu per le questioni politiche, ha affermato che il mandato della Commissione d'inchiesta internazionale sull'assassinio Hariri sarà probabilmente prorogato, anche su richiesta del governo libanese, ma Detlev Mehlis potrebbe lasciare l'incarico alla guida delle indagini.