Medio Oriente, investimenti esteri aumentati del 51%
Beirut (AsiaNews) Gli investimenti esteri diretti (Ied) in Medio Oriente sono aumentati del 51% nel 2004; l'aumento è ancora molto minore rispetto a quello dell'intero continente asiatico. A rivelarlo è il Rapporto 2005 dell'Unctad (United Nations Conference on Trade and Development) sull'investimento mondiale.
Secondo il Rapporto, nel 2004 il flusso di Ied verso il Medio Oriente è cresciuto del 51%, raggiungendo i 9,8 miliardi di dollari, pari a solo il 7% del totale degli investimenti esteri diretti in tutta l'Asia.
Turchia e Arabia Saudita sono le mete preferite dagli investitori con 2,7 miliardi di dollari - poco meno di 2 miliardi di dollari a testa. Per il 2004 la Siria ha ricevuto 1,2 miliardi di dollari in Ied, un aumento dell'11,3% rispetto al 2003. Forte calo invece in Libano, dove l'entità di Ied è stata pari a 2,9 milioni di dollari: il 19,6% in meno dell'anno scorso.
Funzionari dell'Unctad spiegano che a causa dell'alto prezzo del petrolio i paesi mediorientali produttori di oro nero investono l'eccessiva liquidità di cui dispongono in fusioni aziendali, acquisizioni e proprietà immobiliari.
Secondo il ministro libanese dell'Economia, Sami Haddad, presente al lancio del Rapporto, i settori strategici principali in Medio Oriente sono l'industria petrolifera, dell'elettricità e delle telecomunicazioni, in quanto la maggior parte di queste è ancora chiusa agli investitori esteri. "Non c'è dubbio - ha ammesso Haddad - che la regione è ancora indietro rispetto al resto del mondo. In Medio Oriente solo Egitto e Pakistan cominciano ad aprire questi settori". Secondo il Rapporto, il 36% degli investimenti esteri diretti globali nel 2004 è andato a paesi in via di sviluppo; cifra che inverte il trend negativo registrato negli ultimi 3 anni. Sette sulle 10 economie con il più alto flusso di Ied sono paesi in via di sviluppo o con economie di transizione, mentre le 10 maggiori in declino sono nazioni sviluppate.