Mazar-i-Sharif, colpita sede Onu: 20 morti. Legami con il rogo del Corano in Florida
Obiettivo dell’assalto un complesso delle Nazioni Unite nel nord dell’Afghanistan, in una zona considerata tranquilla. L’attacco è avvenuto durante una manifestazione di protesta contro il gesto del pastore Usa Terry Jones, che nega responsabilità. Ban Ki-moon: gesto “indecente e codardo”.
Kabul (AsiaNews/Agenzie) – È di 20 morti, tra cui lavoratori stranieri e dipendenti Onu, il bilancio dell’attacco avvenuto ieri a Mazar-i-Sharif, città nel nord dell’Afghanistan, contro un complesso delle Nazioni Unite. L’assalto è avvenuto durante una manifestazione di protesta dei musulmani locali, contro il folle gesto – condannato a più riprese dai cristiani in Pakistan e India – del pastore Wayne Sapp, che lo scorso 20 marzo in Florida ha bruciato un Corano, sotto la supervisione del predicatore evangelico Terry Jones. Netto il commento del segretario generale Onu Ban Ki-moon, che definisce l’attacco “indecente e codardo”.
Le violenze in Afghanistan continuano anche oggi. A Kandahar, città santa nel sud del Paese, cinque persone sono morte durante dimostrazioni di piazza contro il rogo del Corano. Centinaia di persone hanno partecipato alla protesta, durante la quale sono stati sparati colpi di arma da fuoco e bruciate autovetture.
Sono almeno otto, invece, gli stranieri morti nell’assalto al complesso Onu di Mazar-i-Sharif, tra cui quattro nepalesi. Tre i dipendenti Onu uccisi, insieme a cinque manifestanti; almeno 20 i feriti, ma il bilancio è provvisorio. Mischiati alla folla vi erano gruppi di persone armate con pistole e fucili. Al momento la polizia ha arrestato 27 persone.
È il peggior assalto a una sede delle Nazioni Unite in Afghanistan ed è avvenuto in una città considerata relativamente tranquilla. Il governatore della provincia di Balkh Ata Mohammad Noor spiega che i fondamentalisti hanno usato la marcia di protesta come “copertura”, scatenando quindi una battaglia durata diverse ore. L’assalto ha fatto emergere molti dubbi sulla sicurezza a Mazar-i-Sharif, “città pilota” per un prossimo trasferimento dei poteri alle forze nazionali afghane.
Il segretario generale Onu Ban Ki-moon, in missione a Nairobi (Kenya), ha condannato l’attacco alla postazione Onu in Afghanistan, definendolo un gesto “indecente e codardo”. Un portavoce delle Nazioni Unite conferma la morte di alcuni dipendenti Onu ma non ha voluto fornire chiarimenti sul numero e la nazionalità. Nonostante l’attacco, aggiunge, le Nazioni Unite resteranno nel Paese.
Intanto monta la polemica attorno al pastore Usa Terry Jones, che con il suo folle gesto ha scatenato le ire della comunità islamica. Nei giorni scorsi in Pakistan si sono registrati attacchi contro tre chiese cristiane, che hanno causato anche la morte di due fedeli. I leader cattolici pakistani hanno a più riprese voluto prendere le distanze dal predicatore evangelico statunitense, sottolineando che “i cristiani sono nati in Pakistan e non hanno alcun legame con gli Stati Uniti”. Il pastore Jones nega proprie responsabilità nell’attacco contro la sede Onu in Afghanistan, ma è evidente il legame fra il rogo del Corano e la guerra lanciata dai fondamentalisti contro i cristiani e obiettivi considerati “vicini” all’Occidente.
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