Massacro ad Houla, mentre il mondo arabo discute la proposta Onu
Il premier Siniora denuncia il "terrorismo" di Israele per le uccisioni dei civili. La Lega Araba sostiene le richieste del Libano nel volere emendamenti alla bozza di risoluzione. In Libano ed Israele cresce il numero delle vittime.
Beirut (AsiaNews) - Un raid aereo israeliano ha ucciso più di 40 persone nel villaggio di Houla, nel sud del paese, quasi al confine con Israele. La notizia è stata data oggi dal primo ministro libanese Fouad Sinora ad un incontro dei ministri degli esteri dei paesi arabi a Beirut. Sinora visibilmente commosso, ha definito le morti "un orribile massacro" e ha accusato Israele di combattere il terrorismo praticando un "terrorismo di stato".
Il raid a Houla è una delle molte azioni militari dell'esercito israeliano oggi sia alla frontiera, sia in combattimenti aerei a Beirut sud, nella Bekaa, a Tiro. L'intensificarsi delle azioni israeliane è una risposta dell'intensificarsi dei lanci di missili da parte degli Hezbollah. Ieri 12 riservisti israeliani accampati vicino alla città di Kfar Giladi sono stati uccisi da un razzo vicino al confine libanese. Ad Haifa centinaia di missili hanno provocato la morte di 3 persone e il ferimento di più di 160. Molti edifici sono stati distrutti e ancora oggi le unità di emergenza lottano per cercare i sopravvissuti in mezzo a macerie e case in fiamme.
A tutt'oggi, secondo il governo di Beirut, più di 900 libanesi, in maggioranza civili, sono morti nel conflitto. Da parte israeliana, le vittime sono più di 90, in maggioranza militari.
Nella capitale libanese, l'incontro dei 22 ministri degli esteri della Lega Araba sta esaminando la bozza di risoluzione Onu preparato al Consiglio di Sicurezza Onu, per sostenere la posizione del Libano, che chiede diversi emendamenti alla bozza.
Il progetto di risoluzione, frutto di lavoro comune fra Francia e Stati Uniti, è stato approntato sabato 5 agosto e ha già ricevuto alcune critiche. Secondo il governo libanese in esso si parla di "arresto completo delle ostilità", ma non si fa menzione né di un cessate-il-fuoco (necessario per garantire i corridoi umanitari), né di un ritiro immediato delle truppe israeliane dal sud del Libano. Beirut vorrebbe che la risoluzione garantisca il ritorno al Libano delle fattorie di Sheba, occupate da Israele, e lo scambio di prigionieri israeliani ed Hezbollah. Il governo di Siniora vorrebbe anche il potenziamento della forza Onu già presente in sud Libano e il disarmo degli Hezbollah, dando il comando ultimo delle operazioni all'esercito libanese.
Israele non ha espresso finora alcun giudizio sulla bozza di risoluzione. Siria e Iran, che sostengono Hezbollah, hanno rifiutato la bozza.
A New York, la previsione era di varare la risoluzione fra oggi e domani, ma si teme che gli emendamenti libanesi richiederanno più tempo per essere assorbite dalla diplomazia. Da parte israeliana, Isaac Herzog, ministro del turismo, ha detto che "l'esercito continuerà ad agire" finché la risoluzione non viene varata. Il vice-primo ministro Shimon Peres ha fatto notare che perché la risoluzione sia resa effettiva sul terreno occorreranno diverse settimane e non giorni.