20/04/2007, 00.00
FILIPPINE
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Massacro a Jolo, militanti islamici decapitano sette ostaggi e mandano le teste all’esercito

Alcuni militanti di Abu Sayyaf, gruppo indipendentista islamico collegato ad al-Qaeda, hanno rapito, sgozzato e decapitato sette civili. L’esercito ordina di raddoppiare gli sforzi per fermarli.
Manila (AsiaNews) – Ufficialmente disgustato dalla decapitazione di sette ostaggi da parte degli indipendentisti islamici, le cui teste sono state recapitate alle truppe di stanza sull’isola di Jolo, l’esercito filippino ha ordinato ai propri soldati di “intensificare i propri sforzi per fermare questi barbari militanti”.
 
Gli ostaggi – sei operai che lavoravano alla costruzione di una nuova strada e di un essiccatore di pesce – sono stati rapiti dai militanti di Abu Sayyaf [nel dialetto locale “Portatori di spade”, affiliati ad al-Qaeda ndr] lo scorso 16 aprile nei pressi della città di Parang, nell’arcipelago di Mindanao.
 
Il comandante militare di Jolo, maggiore Ruben Rafael, ha spiegato che le vittime sono state prima sgozzate e poi decapitate. Le teste sono state consegnate all’esercito da alcuni civili della zona, che sono stati costretti dai militanti islamici a fare da “postini”. Per rilasciare gli ostaggi, il gruppo aveva chiesto un riscatto alla compagnia che dava lavoro agli operai, ma questa si era rifiutata di pagare.
 
Gli Stati Uniti, le cui truppe sono impegnate nella zona in operazioni di anti-terrorismo, hanno offerto una taglia di 15mila dollari per ogni informazione utile alla cattura degli autori della decapitazione. Rafael spiega che “questo è un atto di terrorismo, che deve essere condannato da tutti”. Da parte sua, il comandante dell’esercito filippino gen. Romeo Tolentino, ha ordinato alle truppe di Jolo di “raddoppiare gli sforzi ed intensificare le operazioni militari tese a distruggere la barbarica Abu Sayyaf. Dobbiamo impedire loro di continuare a minacciare i civili della provincia di Sulu, innocenti e amanti della pace”.
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