13/10/2011, 00.00
CINA – VIETNAM
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Mar cinese meridionale: accordo fra Pechino e Hanoi

La firma dei vice-ministri dovrebbe mettere la parola fine a mesi di tensioni fra i due alleati comunisti. Provvedimenti immediati, in attesa di una soluzione di lungo periodo, per contenere le rivendicazioni di altre nazioni, fra cui Giappone e Stati Uniti. Incontro a due fra il presidente Hu Jintao e il segretario del partito comunista vietnamita Nguyen Phu Trong.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Pechino e Hanoi hanno sottoscritto un accordo in sei punti, che dovrebbe mettere la parola fine alle tensioni fra i due Paesi nel Mar cinese meridionale. Provvedimenti immediati e una soluzione “di lungo periodo”, siglate nei giorni scorsi dal vice-ministro cinese degli Esteri Zhang Zhijun e dal suo omologo vietnamita Ho Xuan Son e pubblicata ieri sul sito internet del ministero. La firma è arrivata nel contesto di un più ampio vertice bilaterale fra Cina e Vietnam, durante il quale si è tenuto un incontro a due fra il presidente Hu Jintao e il segretario del Partito comunista vietnamita Nguyen Phu Trong, in visita nella capitale cinese.

Nei mesi scorsi le relazioni diplomatiche fra Cina e Vietnam hanno toccato i minimi storci, con Hanoi impegnata a contenere – a fatica – manifestazioni di nazionalisti, attivisti e leader religiosi in chiave anticinese (cfr. AsiaNews 04/06/2011, Vietnamiti in piazza contro le mire di Pechino nel mar Cinese meridionale). Essi rivendicavano la sovranità vietnamita su alcune aree delle isole Spratly e Paracel, al centro di un’aspra contesa. L’accordo raggiunto dai due fronti prevede l’installazione di una linea dedicata, per dirimere potenziali conflitti marittimi. È inoltre previsto un doppio incontro annuale per discutere dei problemi che riguardano i confini, senza escludere l’ipotesi di riunioni di emergenza in caso di necessità.

Pechino e Hanoi hanno deciso di risolvere le dispute mediante negoziati e “consultazioni amichevoli”, cercando “rimedi provvisori” in attesa di soluzioni di lungo periodo. Analisti locali ed esperti di politica internazionale sottolineano che una collaborazione fra i due Paesi è fondamentale per poter reprimere la dissidenza interna. Inoltre, un rafforzamento dell’asse Cina e Vietnam – con Pechino nelle vesti del fratello maggiore, che da decenni “protegge” l’alleato comunista – è essenziale per contenere le rivendicazioni di altre nazioni del Sud-est asiatico e l’ingerenza di altri attori, quali il Giappone e gli Stati Uniti.

Fra le nazioni della regione Asia-Pacifico, la Cina è quella che avanza le maggiori rivendicazioni in materia di confini marittimi nel mar Cinese meridionale, che comprendono le isole Spratly e Paracel, disabitate, ma assai ricche di risorse e materie prime. L’egemonia nell’area riveste un carattere strategico per il commercio e lo sfruttamento delle materie prime, fra cui petrolio e gas naturale.

A contendere le mire espansionistiche di Pechino vi sono il Vietnam, le Filippine, la Malaysia, il sultanato del Brunei e Taiwan, cui si uniscono la difesa degli interessi strategici degli Stati Uniti nell’area. Washington, in particolare, muove da dietro le quinte una trama di alleanze per contenere l’espansionismo cinese. Filippine e Giappone in primis, ma anche Vietnam potrebbero diventare preziosi alleati in uno scenario di conflitto aperto nella regione Asia-Pacifico che si profila all’orizzonte.
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