Mar Cinese meridionale: Southern Airlines taglia i voli per Manila. Accordo Cina-Filippine sulla pesca
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - La China Southern Airlines, una delle tre più importanti compagnie aeree cinesi, ha annunciato oggi un taglio dei voli diretti nelle Filippine. La decisione è frutto del drastico calo delle prenotazioni, determinato dalle dispute sui confini fra Manila e Pechino nel mar Cinese meridionale. Nei giorni scorsi le autorità cinesi hanno imposto un blocco del turismo nelle Filippine e la messa al bando di alcuni prodotti agricoli e commerciali, in particolare la frutta. Un portavoce della compagnia afferma che la modifica è stata fatta in base alla cancellazione di "un gran numero di gruppi turistici". Intanto i due governi hanno trovato un accordo per "salvare la faccia": il bando "congiunto" alla pesca nelle acque contese, ovvero la zona di mare che circonda le Scarborough Shoal (le Huangyan per Pechino), un gruppo di atolli situati fra l'isola di Luzon e le isole Zhongsha, nel Pacifico.
Fonti della compagnia riferiscono che la China Southern Airlines ridurrà il numero dei voli tra la città cinese di Guangzhou e Manila, capitale delle Filippine, a uno e solo in determinati giorni, per il periodo che va dal 26 maggio al 30 giugno. In precedenza, la linea aerea operava due collegamenti al giorno su quella tratta; entro domani, inoltre, quasi tutti i gruppi turistici cinesi abbandoneranno il territorio filippino.
Nel frattempo i governi cinese e filippino potrebbero aver raggiunto un accordo di massima, per allentare la tensione nella regione Asia-Pacifico al centro di feroci dispute per il controllo del mercato ittico e delle risorse naturali. L'accordo "salva faccia" prevede il bando congiunto alla pesca nel mar Cinese meridionale, nel settore superiore a 12 gradi nord di latitudine e che comprende pure le Scarborough (15 gradi nord). Esso durerà due mesi e mezzo - si concluderà il primo agosto - e servirà, secondo la versione ufficiale, alla ripopolazione della fauna marina.
Lo scontro che oppone Manila e Pechino nel Mar Cinese meridionale si è acuito lo scorso otto aprile, quando la marina filippina ha tentato di bloccare pescherecci cinesi che avevano varcato il confine che segna la porzione di mare al centro della contesa. Da qui l'intervento di navi da guerra cinesi, a protezione delle imbarcazioni e degli "interessi" nazionali. Da allora vi è un clima di forte tensione nella zona e a nulla sono valsi gli sforzi diplomatici messi in campo dalla comunità internazionale.
Fra le nazioni della regione Asia-Pacifico, la Cina è quella che avanza le maggiori rivendicazioni in materia di confini marittimi nel mar Cinese meridionale. L'egemonia nell'area riveste un carattere strategico per il commercio e lo sfruttamento di petrolio e gas naturale, di cui è ricco il sottosuolo. A contendere le mire espansionistiche di Pechino vi sono Vietnam, Filippine, Malaysia, il sultanato del Brunei e Taiwan, cui si uniscono la difesa degli interessi strategici degli Stati Uniti nell'area. Nella zona negli ultimi mesi si sono registrati numerosi "incidenti" fra navi militari o imbarcazioni di pescatori - in una zona caratterizzata da una fiorente fauna ittica - battenti bandiere di Pechino, Hanoi e Manila.