Mar Cinese meridionale: Hanoi sceglie Delhi (e Pechino protesta)
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - L'India entra in gioco nell'infinita disputa sul mar Cinese meridionale, nonostante le proteste della Cina. Pham Binh Minh, ministro vietnamita degli Esteri, ha affermato ieri che "l'India ha il diritto di continuare le operazioni di esplorazione e sfruttamento nel mar Cinese meridionale", dato che "opera all'interno della zona economica esclusiva del Vietnam". Minh ha parlato a margine del 15th India-Vietnam Joint Commission Meeting, in corso in questi giorni a New Delhi, dopo un incontro con Salman Khurshid, sua controparte indiana.
Le dichiarazioni del ministro vietnamita giungono a pochi giorni dall'apertura concessa da Pechino, che ha acconsentito alla stesura di un "codice di condotta" che regoli le annose controversie nel mar Cinese meridionale, il cui sottosuolo è ricco di giacimenti petroliferi e gas naturali. A dispetto di tale concessione, la Cina non ha mai nascosto la propria opposizione ai progetti di esplorazione avviati dall'India nel blocco petrolifero controllato dal Vietnam.
Nonostante le minacce cinesi, l'alleanza tra New Delhi e Hanoi si fa sempre più solida, come conferma l'incontro bilaterale di questi giorni. Oltre alle esplicite dichiarazioni di Minh, il convegno è stato anche l'occasione per firmare nuovi accordi. Tra questi, l'India finanzierà la costruzione della centrale idroelettrica Nam Trai-IV e della stazione di estrazione Binh Bo, un progetto da 19,5 milioni di dollari.
Inoltre, Hanoi ha scelto la Tata Power - importante società indiana di energia elettrica - per sviluppare un progetto da 1,8 miliardi di dollari per costruire una centrale termoelettrica (2x660 MW Long Phu 2) nella provincia di Soc Trang (sud del Vietnam), scartando le offerte di compagnie russe e sudcoreane.
Una volta realizzato, ha detto Minh, questo progetto sarà "il più grande investimento indiano in Vietnam, e darà una forte spinta alla nostra cooperazione economica e alla nostra alleanza strategica". "Vogliamo ribadire - ha aggiunto il Ministro vietnamita - il nostro sostegno alla scelta dell'India di guardare a oriente, che si manifesta in un ruolo più attivo nella regione Asia-Pacifico".
Fra le nazioni dell'area la Cina è quella che avanza le maggiori rivendicazioni in materia di confini marittimi nel mar Cinese meridionale. Le isole Spratly e Paracel, quasi disabitate, sono assai ricche di risorse e materie prime. L'egemonia nell'area riveste un carattere strategico per il commercio e lo sfruttamento di petrolio e gas naturale nel fondo marino. A contendere le mire espansionistiche di Pechino vi sono il Vietnam, le Filippine, la Malaysia, il sultanato del Brunei e Taiwan.
26/06/2017 12:33