18/10/2024, 11.23
FILIPPINE
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Manila: lingue locali a rischio con la riforma scolastica

di Stefano Vecchia

Il Republican Act 12027 entrato in vigore nei giorni scorsi privilegia fin dai primi anni il tagalog come idoma nazionale (oltre all'inglese che è già la vera lingua franca). La preoccupazione delle popolazioni aborigene in un arcipelago di oltre 7000 isole che conta ben 182 gruppi etnico-linguistici registrati.

Manila (AsiaNews) - Dopo che il 10 ottobre, nel silenzio del presidente Ferdinand Marcos a cui molti si erano rivolti perché sospendesse l’iter del provvedimento, è entrata in vigore la legge che rivede e di fatto limita lo studio delle lingue madre locali nel sistema scolastico dall’asilo fino alla terza classe delle elementari, si cominciano a registrare reazioni di chi teme che si avvii un processo che potrebbe portare all’estinzione di questi idiomi. In un arcipelago di oltre 7000 isole esistono ben 182 gruppi etnico-linguistici registrati, in parte popolazioni aborigene, in parte risultato di conquiste o movimenti di popolazione. Una loro sparizione farebbe venire meno un elemento essenziale della diversità culturale che è fra le ricchezze e attrattive del Paese.

Il Republic Act 12027, in realtà, rende l’uso delle lingue minoritarie opzionale. Ma la pressione sull’utilizzo del filippino basato sul Tagalog dell’area della capitale come elemento di unità nazionale e strumento essenziale dell’amministrazione, se non affiancato da strumenti linguistici propri delle diverse regioni e gruppi etnici, rischia di cancellare una preziosa eredità culturale già minacciata dall’uso diffuso dell’inglese, vera “lingua franca” dell’arcipelago e ovviamente essenziale nella diffusione della diaspora migratoria, fra le più consistenti al mondo.

Nel sistema finora in vigore, era previsto che per i gradi più bassi dell’istruzione fossero forniti materiale e docenti della lingua nativa degli studenti, mentre successivamente, dal grado quarto al sesto, era previsto un programma di transizione al filippino e all’inglese.

Opposta è la visione del dipartimento dell’Educazione che ha sollecitato la riforma e che ritiene essenziale fornire le base della lingua nazionale dalla più tenera età, anteponendola all’eventuale studio degli idiomi regionali. In ogni caso anche questi ultimi saranno sottoposti a un certo grado di omologazione dell’ortografia ufficiale, oltre che legati alla disponibilità di libri di testo e di insegnanti adeguatamente preparati. Saranno previste revisioni triennali per verificare i risultati delle nuove linee-guida ma l’input - come sottolineato dal senatore Sherwin Gatchalian, già presidente del Comitato per l’Istruzione di base e promotore della legge - è di favorire una preparazione linguistica multipla, filippina e inglese, anteponendola almeno per i primi anni del ciclo educativo alla lingua parlata in famiglia.

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