Manila e Pechino si incontrano sulle Spratlys
Manila (AsiaNews/Afp) "Speriamo di trasformare le Spratlys da zona di conflitti a motivo di cooperazione". Con queste parole Gloria Macapagal-Arroyo, presidente delle Filippine, ha annunciato la collaborazione economica e militare tra Manila e Pechino sulle isole Spratlys (Mar cinese meridionale), da molti anni al centro di contese territoriali.
La sovranità dell'arcipelago è reclamata da Cina, Filippine, Brunei, Malaysia, Taiwan e Vietnam, tutti equidistanti dalle isole. Tranne il Brunei, gli altri Stati hanno personale militare dispiegato nella zona.
La scorsa settimana la Arroyo ha reso noto un progetto triennale che vedrà impegnate Filippine e Cina nella mappatura dei giacimenti petroliferi nelle isole. "Il presidente Hu Jintao spera che una collaborazione militare rafforzi i rapporti tra i nostri 2 Paesi - ha detto l'Arroyo. Mi ha chiesto di inviare il ministro della difesa a Pechino per iniziare questo progetto".
Le dichiarazioni della Arroyo rappresentano un'inversione nei rapporti fra le Filippine e la Cina. Manila ha più volte accusato Pechino di finanziare il Partito comunista locale e rifornire il suo braccio armato, il New People Army. Dopo la sua elezione a presidente, nel 2001, la Arroyo non si era mostrata disposta a negoziare con i ribelli comunisti locali. "Il comunismo si evolve. La Cina ha un'economia di mercato che reputo più socialista che comunista" ha dichiarato il presidente filippino, che ha concluso: "Non penso che gli Usa disapproveranno il nostro avvicinamento a Pechino".
Dure critiche agli accordi sino-filippini sono arrivate dal governo del Vietnam. Il portavoce del ministro degli Esteri vietnamita ha accusato Cina e Filippine di "aver fatto accordi senza consultare gli altri Paesi coinvolti sulla questione delel Spratlys". Il ministro degli Esteri filippino ha risposto che presto anche gli altri contendenti saranno chiamati in causa.