Manifestazioni anche a Damasco, malgrado le promesse di Assad
Notizie di proteste, sembra con 15 vittime, da numerose città della Siria, il giorno dopo l’annuncio che il governo studia l’abolizione della legge di emergenza, misure contro la corruzione, spazio per nuovi partiti. Intanto il regime organizza contromanifestazioni e compie arresti.
Beirut (AsiaNews) – Manifestazioni anche oggi in Siria, con, sembra, 15 vittime a Daraa. La protesta ha toccato anche Damasco, dove la polizia è intervenuta operando arresti, e altre città.
L’intervento delle forze di sicurezza e dell’esercito segue di un giorno le promesse fatte dal governo di istituire un “comitato” che dovrebbe studiare l’abolizione della legge di emergenza, in vigore da 48 anni, misure contro la corruzione, spazio per nuovi partiti, una nuova legge sulla stampa. Promesse accompagnate dall’annuncio della liberazione di coloro che avevano preso parte alle manifestazioni.
L’annuncio delle “riforme”, dato ieri da Bouthaina Shaaban, la portavoce del presidente, era giunto subito dopo una repressione costata un numero imprecisato di vittime - 100 o 150 per i gruppi di difesa dei diritti umani – e appariva come un tentativo di limitare, se non bloccare, le grandi manifestazioni alle quali i social network stavano chiamando la popolazione per oggi, venerdì, giorno della preghiera, ma, dall’Egitto in poi, anche delle proteste popolari.
Non a caso, la scintilla della contestazione al regime è nata intorno alla moschea al-Omari di Daraa - della quale ieri sera le forze di sicurezza hanno preso il controllo - e ancora ieri gli scontri più sanguinosi sono avvenuti davanti all’edificio sacro. E le 20mila persone che nel pomeriggio hanno partecipato ai funerali delle vittime, malgrado la presenza di migliaia di agenti, erano suonate come un campanello d’allarme per oggi.
Oggi, infatti, è il “giorno della dignità”. Dimostrazioni ci sono state in varie città, oltre che a Damasco, si hanno notizie su Banias, Daael, Hama, Tel e, naturalmente, Deraa. La città dove la contestazione è nata è stata praticamente isolata dall’esercito e da essa sono stati allontanati i giornalisti stranieri. Le vittime sarebbero tra persone dei villaggi e delle città vicine che hanno cercato di superare gli sbarramenti. Altrove si hanno notizie di centinaia di manifestanti, inneggianti alla libertà.
Ma il regime reagisce. Da un lato il presidente siriano Bashar al-Assad prova a frenare la contestazione promettendo di accogliere alcune delle “giuste” richieste della protesta, mentre annuncia un aumento del 30% degli stipendi dei dipendenti statali, dall’altro, ci sono arresti tra chi protesta, si organizzano contromanifestazioni inneggianti ad Assad e la stampa di regime oggi scrive che “una nuvola passeggera è passata, ma la Siria ha mostrato la sua volontà di superare la crisi”. (PD)
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