Manifestazione anti-italiana a Teheran, una prova di debolezza di Ahmadinejad
Solo poche decine di "studenti" davanti alla sede diplomatica per un "sit in" che il ministero degli interni dice di non aver autorizzato. Le frasi contro Israele fanno parte di una lotta tra fazioni interne, nella quale il presidente iraniano tenta di proporsi come erede di Khomeini.
Teheran (AsiaNews) Poche decine di persone: questo il numero degli "studenti" che il governo iraniano è riuscito a mobilitare davanti all'ambasciata italiana a Teheran, in replica alla manifestazione che oggi pomeriggio a Roma esprimerà il rifiuto del proclama del presidente Mahmud Ahmadinejad, per il quale Israele va cancellato dalle carte geografiche. Una manifestazione tranquilla, durata meno di 2 ore, con la polizia presente in forze, che ha controllato i presenti, limitandosi a farli sistemare ai lati della strada su cui sorge la sede diplomatica, in modo da non bloccare il traffico.
Il ministero dell'Interno iraniano, però, aveva detto di non avere concesso alcuna autorizzazione per la manifestazione. Affermazione quanto meno curiosa, visto il rigido controllo che a Teheran viene esercitato su qualsiasi incontro pubblico e la presenza delle forze dell'ordine, che non l'hanno impedita.
Un altro fatto da registrare è che, nei giorni seguenti alle affermazioni di Ahmadinejad, l'ex presidente Mohammed Khatami ha criticato con asprezza quelle posizioni. I media dello stato hanno riportato in lungo e in largo le sue dichiarazioni in cui diceva: "Quelle parole hanno creato centinaia di problemi politici ed economici per noi nel mondo". Anche il pragmatico Hashemi Rafsanjani si è distanziato da Ahmadinejad: il 28 ottobre in un incontro di preghiera a Teheran egli ha detto di non avere problemi con gli ebrei e che rispetta l'ebraismo come "una santa religione".
Le affermazioni di Ahmadinejad contro Israele, ribadite malgrado la corale riprovazione internazionale, e quanto accaduto oggi sembrano confermare che esse erano destinate soprattutto ad uso interno. Ahmadinejad, che proviene dalle Guardie della rivoluzione, infatti, sarebbe stato eletto pur senza avere alle spalle un gruppo numeroso ed ora cerca di crearselo. . "Vi sono afferma oggi Bani Sadr, primo presidente della Repubblica iraniana ed oggi in esilio a Parigi, intervistato da un quotidiano romano - non meno di sei gruppi radicali all'interno del regime che si contendono il potere con fazioni antagoniste tramite vere e proprie faide interne". In questa lotta Ahmadinejad tenta di cavalcare l'icona di Khomeini, riproponendo parole d'ordine che gli furono care, come quelle contro Israele dette nel giorno di Gerusalemme, ricorrenza creata dal padre della Repubblica islamica di Iran, ma sulle quali era stata poi messa la sordina. Secondo Bani Sadr, "questi suoi proclami sono il segno della sua impotenza in questi ambiti: non avrebbe fatto ricorso a tale retorica se avesse del potere tangibile in mano". In tale ottica andrebbe visto anche il rilancio del radicalismo contro l'abbigliamento "occidentale", arrivato al sequestro di migliaia di manichini femminili.
Sul piano internazionale, inoltre, le affermazioni di Ahmadinejad stanno rivelandosi un fatto positivo per Israele. Il ministero degli esteri israeliano ha affermato oggi che lo Stato ebraico "si rallegra" per la manifestazione italiana. A Tel Aviv il quotidiano Maariv titola: "Gli italiani sono con Israele". (FP)