Manifestazione anti-Siria sfida il divieto del governo
I dimostranti hanno iniziato a radunarsi da ieri sera in piazza dei Martiri. Blindato il centro di Beirut. Oggi in Parlamento dibattito sulla morte di Hariri e voto sulla fiducia al governo.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Al grido di "Via la Siria!", migliaia di manifestanti sono scesi in strada da stanotte al centro di Beirut, contravvenendo al divieto governativo di assembramenti e manifestazioni. Proprio oggi in Parlamento si svolge un dibattito che si annuncia infuocato sulla morte dell'ex premier Rafik al-Hariri, ucciso in un attentato il 14 febbraio scorso. Atteso anche il voto parlamentare sulla fiducia al governo filosiriano di Rachid Karame. Banche, scuole, uffici pubblici e privati rimarranno chiusi per aderire allo sciopero generale di oggi indetto dall'opposizione.
Il ministro degli interni Suleiman Frangiyeh ha annunciato ieri in serata il divieto della manifestazione. Poco dopo, cortei di auto - in alcuni casi provenienti anche da fuori Beirut - si sono diretti verso la piazza dei Martiri, dove Hariri è sepolto, a fianco della Grande Moschea e dove ormai da giorni gruppi di giovani hanno eretto una tendopoli. Il ministro degli interni Suleiman Frangiyeh ha detto che il divieto della manifestazione era necessario per "preservare la pace civile", dato che in contemporanea era stata indetta una contromanifestazione da non meglio precisati "leader religiosi". Il ministro ha anche ordinato alle forze dell'ordine di "adottare ogni misura necessaria a preservare la sicurezza e l'ordine".
Il governo ha ordinato per oggi l'interdizione dell'accesso a Beirut da fuori città e la chiusura del centro della capitale. Testimoni oculari raccontano che l'esercito vieta l'accesso di auto e bus che portano i manifestanti verso la capitale, ma non ha preso iniziativa contro le migliaia di persone già presenti da stanotte sul luogo della manifestazione.
I dimostranti sventolano bandiere libanesi, cantano canzoni patriottiche e urlano slogan come "Fuori la Siria" e "Libertà, indipendenza, sovranità". Gli organizzatori hanno allestito grandi schermi televisivi in piazza per seguire in diretta la sessione del parlamento. Già da ieri sera, la zona circostante il Parlamento, situato nella centrale Place de l'Etoile, è stata completamente isolata da drappelli di soldati dell'esercito libanese.
Nel dibattito al Parlamento, l'opposizione richiederà le dimissioni del governo del premier Rachid Karame e il "ritiro immediato e totale" dei circa 14.000 soldati siriani ancora presenti in Libano dal 1976. L'opposizione chiede che i responsabili della sicurezza siano licenziati e messi sotto processo. Walid Jumblatt, figura chiave dell'opposizione libanese ha detto: "Non possono impedirci di procedere in modo democratico e pacifico e dare omaggio a Hariri nel giorno del dibattito parlamentare in cui il nostro scopo principale è chiedere chi ha ucciso l'ex premier".
Il Libano sta investigando sull'attentato con autobomba che il 14 febbraio scorso ha ucciso Rafik al-Hariri a Beirut. Il governo ha però rifiutato un'inchiesta internazionale. L'opposizione e molti paesi della comunità internazionale indicano la Siria come mandante dell'assassinio. Nelle ultime settimane prima della sua morte Hariri si era unito agli appelli dell'opposizione che chiedevano alla Siria di ritirare le sue truppe dal Paese in vista delle nuove elezioni politiche indette per il prossimo maggio.