Mandato d'arresto contro Wiranto, candidato alla presidenza
Dili (AsiaNews/Agenzie) Un tribunale di Timor Est ha emesso un mandato d'arresto per crimini contro l'umanità contro l'ex capo dell'esercito indonesiano gen. Wiranto, candidato presidenziale alle prossime elezioni del 5 luglio.
Secondo il giudice americano Phillip Rapoza, che fa parte di un gruppo dei Serious Crimes (Crimini gravi) appoggiato dall'Onu, ci sono "ragionevoli evidenze" per ritenere che il gen. Wiranto abbia avuto un "ruolo di comando" sulle forze di sicurezza e le milizie filo-indonesiane durante un "attacco ampio e sistematico" contro i civili a Timor Est. Il giudice ha detto che ci sono prove documentate di incontri ripetuti tra il generale e i leader delle milizie, cui aveva promesso di fornire mitragliatrici: "Wiranto invitava i leader dei vari gruppi a unirsi in un fronte comune e ha dato a ognuno dei timoresi una grossa somma di denaro".
Wiranto ha sempre negato queste accuse e ha detto che i giudici del gruppo, che lo hanno incriminato fin dal febbraio 2003, hanno agito spinti da ragioni politiche. Un portavoce del governo indonesiano ha dichiarato che Jakarta non riconosce la giurisdizione del tribunale che ha emesso il mandato d'arresto.
Il gen. Wiranto era ministro della difesa e capo dell'esercito indonesiano (TNI) nel 1999, quando a Timor Est vi fu un referendum per l'indipendenza dell'isola. Prima e dopo il referendum i militari e le milizie filo-indonesiane uccisero almeno 1400 persone.
Il presidente di Timor Est, Xanana Gusmao ha però dichiarato che le buone relazioni con l'Indonesia hanno la priorità sui procedimenti della corte. "Noi sosterremo chiunque sia eletto democraticamente nelle elezioni presidenziali di luglio ha detto Gusmao compreso Wiranto".