Malgrado i divieti, manifestanti in piazza ieri a Teheran
Centinaia di agenti hanno picchiati la gente e arrestato decine di persone. Continua la vicenda del vicepresidente Mashai: ieri un esponente del parlamento ha sostenuto che la Guida suprema ha chiesto ad Ahmadinejad di “ripensarci” a proposito della sua nomina. Arrestati altri due giornalisti.
Beirut (AsiaNews) – Improvvisa ripresa, ieri pomeriggio a Teheran, degli scontro tra polizia e dimostranti, chiamati a manifestare a 30 giorni dalla morte di Neda Agha Soltan, la giovane uccisa il 20 giugno e divenuta l’icona delle protesta contro la manipolazione del voto presidenziale. In proposito l’ufficiale IRNA ha riportato una dichiarazione del capo della polizia, Ismail Ahmadi Moghaddam, il quale avverte che gli agenti “si occuperanno di chiunque viola la legge, senza riguardo al suo status”. Una minaccia, neppure troppo velata, verso esponenti politici e religiosi dell’opposizione.
La stessa agenzia annuncia la presentazione di un rapporto sulle proteste post-elettorali al presidente del parlamento (il Majlis), Ali Larjani. A redigerlo sarà la Commissione parlamentare per la sicurezza nazionale e la politica estera.
Non è l’unica voce che viene dai deputati. L’ufficiosa ISNA riporta la dichiarazione del vicepresidente del Majlis, Mohammad-Hassan Aboutorabi-Fard, secondo il quale la Guida suprema, Ali Khamenei, ha detto al presidente Ahmadiejad di cambiare la sua decisione sulla nomina di Esfandyar Rahim-Mashai a primo vicepresidente. La questione è un segnale dei contrasti esistenti nella leadership del Paese. Mashai è stato nominato giovedì scorso, provocando la rimostranze degli ambienti più conservatori. Domenica ne sono state annunciate le dimissioni, che lo stesso Mashai ha smentito lunedì. Ieri è stata chiamata in causa la massima autorità del Paese.
Quanto alla manifestazione di ieri, testimoni citati dal Gulf Daily News hanno raccontato che i manifestanti lanciavano slogan come “Ahmadinejad dimettiti, dimettiti”. “La polizia antisommossa ha preso decine di manifestanti” che si erano riuniti nella centrale piazza Haft-e Tir, malgrado il divieto delle autorità, e “li hanno caricati sulle loro auto”. “C’erano centinaia di poliziotti antisommossa e agenti in borghese che picchiavano la gente”.
Secondo Rooz, giornale di dissidenti espatriati, nei giorni scorsi sono stati arrestati altri due giornalisti: Marjan Abdollahian e Koroush Javan, il che porta a 43 gli operatori dell’informazione in carcere. (PD)
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