Maldive, fondamentalisti islamici distruggono 30 statue buddiste
Male (AsiaNews/Agenzie) - Fondamentalisti islamici hanno fatto irruzione nel Museo nazionale delle Maldive e distrutto almeno 30 statue buddiste. La polizia non ha ancora identificato gli aggressori, nonostante l'attacco sia avvenuto il 7 febbraio scorso. Tra i reperti devastati, una stele tantrica di corallo a sei facce del nono secolo e la cosiddetta testa di Thoddoo (v. foto), un blocco di corallo di 50 cm raffigurante il volto di Buddha, ritrovato sull'isola omonima negli anni '50 e risalente al sesto secolo. Per Ali Waheed, direttore del museo, si tratta di "una perdita terribile e insanabile. L'intero periodo pre-islamico è scomparso".
Nell'ultimo mese, l'arcipelago sta attraversando una fase di grave tensione politica e sociale, alimentata da gruppi e partiti islamici radicali. Le proteste sono culminate proprio il 7 febbraio, con le dimissioni di Mohamed Nasheed, primo presidente democraticamente eletto dello Stato. L'attacco ricorda la distruzione nel 2001 dei Buddha di Bamiyan, in Afghanistan, da parte dei talebani e fa crescere la paura di una ulteriore radicalizzazione islamica delle Maldive.
Considerato una meta turistica per vacanze "paradisiache", nell'arcipelago non esiste libertà di culto e l'islam sunnita è religione di Stato. Nel 2008, un emendamento costituzionale ha negato ai non musulmani la possibilità di avere la cittadinanza. Nel Paese l'alcool e la carne di maiale possono essere serviti solo in aeroporto e nei resort dove non lavora personale del luogo. Inoltre, nel Paese non possono essere introdotti "idoli" di altre religioni. Secondo alcuni, gli aggressori avrebbero distrutto le statue buddiste proprio per questa ragione.