Malaysia, il governo mette sotto sorveglianza gruppi islamici
Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) Le autorità malesi hanno lanciato una campagna per "sottomettere" 22 gruppi islamici accusati di promuovere un credo che va contro le norme religiose.
Abdullah Zin, un rappresentante del gabinetto del Primo ministro, dice: "Circa 2.800 persone sono state schedate: potranno essere 'riabilitate' o giudicate da tribunali religiosi con l'accusa di 'diffondere il falso Islam' o incarcerate senza processo come prevede la legge sulla Sicurezza interna". Questa disposizione di legge permette infatti la detenzione per un periodo indeterminato e l'accusa automatica di "minare la sicurezza dello Stato". Human Rights Watch ha spesso denunciato l'illegalità palese di questa norma ed ha sottolineato come essa venga spesso utilizzata spesso per restringere le libertà democratiche, come quella di stampa.
"Alcune di queste persone ha aggiunto Abdullah Zin operano solo di notte. Durante il giorno si mischiano al resto della popolazione e lavorano negli uffici come fossero persone normali". Il rappresentante non ha specificato quali siano le attività di questi gruppi né il motivo per cui sono sottomessi a schedatura, ma sottolinea che alcuni leader di questi gruppi insegnano "falsi precetti islamici per entrare in Paradiso".
La Malaysia ha circa 25 milione di abitanti, il 47 % dei quali di religione islamica. La libertà religiosa dei fedeli di altre religioni è fortemente limitata: i musulmani sono sottoposti alla giurisdizione dei tribunali islamici e non possono convertirsi in maniera legale ad altre fedi.