Maharashtra, non si fermano i suicidi di contadini: ad oggi, 962 morti
Nonostante le promesse ed i fondi stanziati dal governo, rimane drammatica la situazione dei coltivatori diretti del più ricco Stato dell'Unione indiana.
Mumbai (AsiaNews/Icns) Nonostante le promesse di aiuto da parte del governo, non accenna a fermarsi il numero dei contadini che - sommersi dai debiti - si suicidano nel Maharashtra, il più ricco Stato indiano. Da giugno ad oggi, sono 962 gli agricoltori che hanno deciso di togliersi la vita nella sola regione di Vidarbha. Lo denuncia la Vidarbha Janandolan Samiti, organizzazione non governativa che opera nella zona da anni.
L'ultimo pacchetto di aiuti finanziari è stato approvato dal governo il 29 settembre scorso: esso è stato stanziato per "migliorare la situazione dei contadini nei distretti più poveri dell'Andhra Pradesh, Karnataka, Kerala e Maharashtra".
Il piano governativo sottolinea che i finanziamenti servono "a riassettare il piano dei debiti, azzerare gli interessi, migliorare l'irrigazione dei campi e fornire pacchetti di prima necessità alimentare".
Secondo le statistiche ufficiali, negli ultimi cinque anni sono morti quasi quattromila coltivatori diretti fra il Maharashtra, l'Andhra Pradesh, il Karnataka ed il Kerala, ma il numero di suicidi, secondo statistiche indipendenti, sale fino a 18mila. Il gesto è stato sempre motivato dall'impossibilità di acquistare i beni di prima necessità per se stessi e le loro famiglie.
A luglio, il governo ha promesso uno stanziamento di 400 milioni di dollari da distribuire come prestiti una tantum per la riduzione degli interessi e la ristrutturazione dei debiti, oltre ad una moratoria di un anno per ripagare i mutui contratti dai contadini. Per Manmohan Singh, primo ministro dell'Unione, "il pacchetto di riforme economiche decise per fermare i suicidi migliorerà la situazione, ma non prima di due o tre mesi".
Ad oggi, tuttavia, la situazione appare immutata.