Maharashtra, leader cristiani contro il “terrorismo confessionale”
Mumbai (AsiaNews) – Fermare gli atti di terrorismo confessionale perpetrati dai fondamentalisti indù contro i cristiani e altre minoranze in India. È l’urgente appello che un gruppo di leader cristiani ha portato al Chief Minister dello Stato di Maharashtra, dove è in atto una “campagna di terrore” contro la comunità religiosa.
La delegazione che il 13 maggio ha incontrato Vilasrao Deshmukh, era composta da mons. Agnelo Gracias, vescovo ausiliare di Mumbai, Lawrence Dsouza, presidente dell’All India Catholic Union (AICU) per il Maharashtra, John Dayal, presidente nazionale dell’AICU e Abraham Mattai, vice presidente della Commissione statale per le minoranze.
Commentando ad AsiaNews l’evento, mons. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai, si dice “ottimista e fiducioso nella Costituzione indiana e nei cittadini, che al di là di casta e credo, non permetteranno che a prevalere siano gli elementi settari”. In riferimento agli episodi di Kolhapurdi - dove un gruppo di integralisti del Vishwa Hindu Parishad (VHP) ha filmato il pestaggio di due cristiani per poi trasmetterlo in Tv – mons. Gracias ha parlato di atti “vergognosi per il Paese, commessi da frange estremiste che prendono la legge nelle loro mani e fanno ripiombare l’India indietro di anni”. La responsabilità è prima di tutto dei politici, ma anche della polizia. “Non penso ci sia bisogno di nuove leggi per fermare questa tendenza – dice – basta che le autorità applichino quelle già esistenti e la polizia allo stesso tempo agisca nel rispetto dello Stato di diritto in modo da non cedere a pressioni politiche o di gruppi estremisti”.
La dichiarazione congiunta firmata dai membri della delegazione e diffusa al termine dell’incontro del 13 maggio invita il Chief Minister del Maharashtra, dove è “sempre stata garantita libertà religiosa alle minoranze”, ad esercitare la sua pressione “sul governo centrale perché si prendano misure volte a fermare violenze ed intimidazioni dei fondamentalisti ed a perseguire i responsabili”. “Il terrorismo confessionale - conclude - è una minaccia per la stessa unità nazionale”.
14/06/2005