Maguindanao, nel giorno della memoria trovate bombe sul luogo del massacro
Gli ordigni erano sul bordo della strada e sono stati disinnescati dalla polizia. Per sicurezza diversi familiari delle vittime della strage del 23 novembre 2009 non hanno partecipato alle celebrazioni. Il Paese si divide sul processo per corruzione contro l’ex presidente Arroyo. Fonti di AsiaNews giudicano esagerate le accuse di un suo coinvolgimento nel massacro costato 58 vittime.
Manila (AsiaNews) – Ancora tensione a Maguindanao a due anni dal massacro del 23 novembre 2009 costato la vita a 58 persone. Questa mattina la polizia ha trovato e disinnescato cinque bombe nascoste ai lati della strada che conduce al luogo della strage. Ciò poche ore prima delle celebrazioni in memoria delle vittime. Per sicurezza diversi familiari degli uccisi non hanno partecipato. Fra essi anche Ishmael “Toto” Mangudadatu, governatore della provincia che nel massacro ha perso la moglie e altri parenti. Ieri la Chiesa locale ha celebrato una messa presso il tumulo dove nel 2010 sono state erette le lapidi con i nomi dei morti. Intanto, il Paese è diviso sul processo per corruzione contro l’ex presidente Gloria Arroyo, arrestata lo scorso 18 novembre. Essa è accusata di aver coperto per anni il clan degli Amapatuan, mandanti della strage e suoi alleati politici. Molti parenti delle vittime, politici e attivisti chiedono che all’ex presidente vengano imputate responsabilità dirette nel massacro.
Fonti di AsiaNews, sottolineano la grande confusione e l’esagerato battage mediatico contro la ex presidente, ma confermano i suoi legami con il clan Ampatuan, che l’hanno sostenuta durante la campagna elettorale del 2007. “Nonostante le evidenti responsabilità in casi di corruzione e mala gestione del Paese – affermano – è fuori luogo processarla per il massacro di Maguindanao, che viene strumentalizzato da politici e giornalisti”.
In questi giorni i giornali filippini hanno diffuso diverse immagini dell’arresto che mostrano la Arroyo sofferente e in carrozzella, portata via dai poliziotti. L’ex presidente è sotto cure mediche per una grave malattia alle ossa ed è ricoverata in un ospedale di Manila. In molti hanno criticato le foto considerate offensive e contro la dignità della persona. Per le fonti di AsiaNews “la giustizia deve andare avanti senza speculazione. In questi mesi il governo Aquino dovrà affrontare problemi ben più gravi della condanna dell’Arroyo”. In tutto il Paese la popolazione è ancora vittima di povertà, delinquenza, corruzione. Nella regione di Mindanao vi sono ancora violenze e attentati degli estremisti islamici, nonostante gli sforzi del governo per rilanciare l’economia dell’isola. (S.C.)
Fonti di AsiaNews, sottolineano la grande confusione e l’esagerato battage mediatico contro la ex presidente, ma confermano i suoi legami con il clan Ampatuan, che l’hanno sostenuta durante la campagna elettorale del 2007. “Nonostante le evidenti responsabilità in casi di corruzione e mala gestione del Paese – affermano – è fuori luogo processarla per il massacro di Maguindanao, che viene strumentalizzato da politici e giornalisti”.
In questi giorni i giornali filippini hanno diffuso diverse immagini dell’arresto che mostrano la Arroyo sofferente e in carrozzella, portata via dai poliziotti. L’ex presidente è sotto cure mediche per una grave malattia alle ossa ed è ricoverata in un ospedale di Manila. In molti hanno criticato le foto considerate offensive e contro la dignità della persona. Per le fonti di AsiaNews “la giustizia deve andare avanti senza speculazione. In questi mesi il governo Aquino dovrà affrontare problemi ben più gravi della condanna dell’Arroyo”. In tutto il Paese la popolazione è ancora vittima di povertà, delinquenza, corruzione. Nella regione di Mindanao vi sono ancora violenze e attentati degli estremisti islamici, nonostante gli sforzi del governo per rilanciare l’economia dell’isola. (S.C.)
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