Maggiori rapporti commerciali e politici tra New Delhi e Tokyo
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Una stabile cooperazione economica, come pure nello sfruttamento dell’energia nucleare a scopi civili. La visita a Tokyo del premier indiano Manmohan Singh, ora in Malaysia, ha aperto nuove prospettive nei rapporti tra i due colossi asiatici.
E’ stato siglato un Accordo di cooperazione economica comprensiva (Cepa), che permetterà l’espandersi di commerci, investimenti e collaborazione nei più diversi settori. Simili accordi sono frequenti per il Giappone ma per l’India è solo il terzo, dopo quelli con Singapore e Corea del Sud. New Delhi è cauta nel concludere simili accordi generali, per timore di essere invasa da industrie e merci estere che ostacolino l’espandersi delle imprese nazionali, inoltre ha già un grave deficit negli scambi con Tokyo. L’accordo è stato molto discusso ed è l’esito di contatti iniziati nel gennaio 2007. Saranno eliminati i dazi all’importazione per diversi prodotti dei due Paesi, cosa che favorirà un forte aumento degli scambi commerciali, che nel 2009 sono stati di “solo” 10 miliardi di dollari. Ma più che le merci, New Delhi mira a ricevere gli investimenti giapponesi, specie per la realizzazione di infrastrutture quali strade, ponti, aeroporti e trasporti.
Sono proseguiti, inoltre, i contatti per una collaborazione nell’utilizzo dell’energia nucleare a fini civili: l’India ha bisogno di tecnologia e materiale nucleare, ma Tokyo vuole garanzie che non li utilizzerà per scopi militari. L’India vuole realizzare 20 impianti nucleari entro il 2020, per soddisfare la sua cronica fame di energia elettrica, e le ditte giapponesi non vogliono lasciare il campo a quelle di Russia e Corea del Sud.
Singh e il premier giapponese Naoto Kan, al termine del loro incontro, hanno “espresso ottimismo” per una sempre maggiore collaborazione tra i due Stati, collaborazione che New Delhi cerca da tempo, ma che finora aveva incontrato uno scarso interesse di Tokyo, più attenta ai rapporti con la Cina. I recenti contrasti con Pechino per i confini nel Mar Cinese Orientale e la sovranità sulle Isole Senkaku hanno convinto il Giappone a rendersi più indipendente dal mercato cinese, che è uno dei suoi maggiori partner commerciali e dove molte ditte nipponiche hanno industrie. Ora il mercato indiano può offrire nuove prospettive a un Giappone in recessione economica.
E’ significativo che la dichiarazione finale congiunta dei due premier indichi anche la possibilità di “una cooperazione bilaterale nello sviluppo, riciclo e riuso di terre rare e metalli rari”: finora il Giappone li ha comprati soprattutto dalla Cina, ma di recente Pechino ha molto ridotto l’esportazione, cosa che molti vedono come ritorsione per le dispute marittime.
Inoltre i premier hanno discusso questioni politiche e militari, dall’espansione dei summit dei Paesi dell’Asia orientale (con la volontà di una stabile partecipazione di Russia e Stati Uniti) alla riforma delle Nazioni Unite (entrambi gli Stati ambiscono a un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza). In campo militare, hanno entrambi interesse a contenere la crescente espansione marittima cinese: l’India vede con crescente disfavore gli stretti rapporti anche militari di Pechino con il Pakistan, suo tradizionale rivale, specie con la creazione di un moderno porto a Gwadar, sul Mar Arabico, che potrebbe diventare terminale di commerci e scambi con l’intera penisola araba.
09/11/2022 10:00
30/11/2022 10:01