Maggiore trasparenza nei tribunali, ma sotto il controllo del Partito
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina darà maggiori possibilità di fare petizioni legislative e di partecipare ai processi, ma i giudici debbono rimanere sotto il controllo del Partito comunista. Lo dicono – senza indicare quando avverrà - tre rapporti ufficiali presentati a un incontro internazionale sullo Stato di diritto nel Paese, organizzato ieri a Pechino insieme all’Unione europea e al Programma di sviluppo delle Nazioni unite.
L’Ufficio legislativo del Consiglio Stato osserva che sono diffusi “abusi e inefficienze” e interventi indebiti di pubblici funzionari sui giudici. Per combatterli, occorre anzitutto “ampliare la partecipazione della popolazione alla formazione delle leggi” e favorire la partecipazione della gente ai giudizi, ad esempio svolgendo un maggior numero di udienze pubbliche e rendendo più trasparente l’esecuzione della sentenza.
Khalid Malik, coordinatore Onu, ricorda che “mentre la Cina ha ottenuto una notevole crescita economica”, “disuguaglianze sociali, corruzione e una non adeguata applicazione della legge hanno creato gravi ostacoli per i gruppi sociali più vulnerabili”. Arthut Mitchell, dirigente della Banca asiatica per lo sviluppo, ha insistito che può esserci Stato di diritto solo con la massima trasparenza dell’attività giudiziaria; proprio come l’economia è stata più efficiente quando si è sottratta al controllo statale.
Zhang Shaogang, dirigente del ministero del Commercio, sottolinea la “grande importanza dello Stato di diritto nello sviluppo della società armoniosa”, anche attraverso “una stretta cooperazione con la comunità internazionale”.
Ma un rapporto della Corte suprema del popolo raccomanda che non diminuisca il controllo del Partito comunista sul sistema giudiziario, anche se ci sarà “maggiore trasparenza”. La prima riforma della giustizia – conclude il rapporto – deve consistere nel “conformarsi a quanto indicano i leader del Pc”.
12/08/2020 11:06
11/08/2020 11:27
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