04/08/2005, 00.00
RUSSIA
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Madri di Beslan: no a Putin per commemorare la strage nella scuola

La presidente del Comitato dei familiari: alla scuola lo aspettavano i nostri figli, ma noi no. Più di una volta le madri hanno chiesto di incontrare il presidente in un altro luogo, ma non hanno avuto risposta.

Beslan (AsiaNews) – I parenti delle vittime dell'assedio alla scuola di Beslan, Nord Ossezia, non vogliono né il presidente russo Vladimir Putin, né altri ufficiali di alto rango alla cerimonia per l'anniversario della tragedia consumatasi il 3 settembre 2004. Lo ha reso noto la presidente del Comitato delle Madri di Beslan, Susanna Dudiyeva, durante un'intervista all'emittente radiofonica Ekho Moskvy. "Non vogliamo vedere alla cerimonia quelli che avevano il dovere professionale o militare di salvare i bambini e che invece hanno fallito a causa della loro incompetenza e irresponsabilità" ha detto la Dudiyeva. Le cerimonie di commemorazione si svolgeranno a Beslan dal 1 al 3 settembre prossimo. In questi giorni nel 2004 un gruppo di terroristi ceceni ha tenuto in ostaggio più di mille persone nella scuola N° 1 di Beslan. L'episodio è finito in strage: 400 i morti di cui più di 150 bambini.

Le critiche dei familiari si rivolgono da un lato al Governo russo, che senza troppi sforzi di mediazione, ha permesso l'irruzione delle forze speciali nella scuola, innescando il massacro; dall'altro all'amministrazione locale responsabile dell'infiltrazione dei terroristi nell'edificio scolastico già mesi prima della strage.

"Prima di vedere Putin qui - spiega la donna - vogliamo incontrarlo in un altro luogo, abbiamo molte cose da discutere con lui; gli abbiamo già chiesto più di una volta di riceverci. Ora nessuno lo aspetta alla scuola".

La Dudiyeva ha aggiunto che i familiari delle vittime si oppongono anche alla presenza delle autorità con cui i sequestratori avevano voluto parlare: Aleksandr Dzasokhov, ex presidente della Nord Ossezia, Murat Zyazikov, presidente dell'Inguscezia e Vladimir Rushailo, ex ministro russo degli Interni.

"Rushailo – accusa la donna – non deve pensare che le sue dimissioni siano servite a cancellare le sue responsabilità. I sequestratori chiedevano il contatto con lui e non Roshal" (Leonid, il medico dei bambini, ndr)".

Tra le altre personalità non gradite figurano tra gli altri anche: Nikolay Patrushev, direttore del Servizio di sicurezza federale, Rashid Nurgaliyev, ministro degli Interni, Valeriy Andreyev, ex capo della sicurezza nord osseta.

"Non hanno fatto nulla – conclude la Dudiyeva - e quel poco che hanno fatto non è stato soddisfacente; ne vediamo i risultati. Non vogliamo queste persone a Beslan. Li aspettavano i nostri figli, ma noi no".

L'attentato a Beslan è stato rivendicato a metà settembre dalla brigata Riyadus-Salikhin - responsabile di molti attentati in Russia negli ultimi 10 anni. In un comunicato a sua firma il leader separatista ceceno Shamil Basayev sostiene che i militanti avevano chiesto il ritiro delle truppe russe dalla Cecenia o almeno le dimissioni di Putin. Il comunicato afferma che i militanti avevano detto ai mediatori entrati nella scuola che avrebbero dato agli ostaggi acqua e cibo e che avrebbero liberato i bambini più piccoli se i russi avessero iniziato a venire incontro alle loro richieste.

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