L’opposizione scende in piazza e minaccia di far cadere il presidente Bakiyev
Bishkek (AsiaNews/Agenzie) – Circa 1.500 persone hanno marciato ieri nella settentrionale Talas per contestare il presidente Kurmanbek Bakiyev e chiederne le dimissioni. Il Paese affronta una gravissima crisi economica e lo aspetta un inverno con scarsità di energia elettrica e di riscaldamento.
I dimostranti chiedono a Bakiyev “importanti cambiamenti” per portare il Kirghizistan fuori dalla crisi e il gruppo Comitato rivoluzionario e altri lo criticano per avere tradito le istanze per cui è stato portato al potere nel marzo 2005, a seguito delle manifestazioni di massa (nella foto) che hanno costretto l’ex presidente Askar Akaev a dimettersi. Lo accusano di avere soltanto sostituito il suo gruppo di potere a quello di Akaev e di arricchirsi a spese della gente.
Critiche respinte come “prive di fondamento” da Avtandil Arabaev, parlamentare del partito Ak-Jol, che sostiene il presidente e ha la maggioranza dei seggi. Bakiyev torna oggi dalla Germania, dove è rimasto un mese per cure mediche.
Ora l’opposizione prepara per il 29 novembre il “kuriltai”, un Grande Consiglio del Popolo per convincere la gente a proteste di massa per far cadere il governo. Le sommosse potrebbero avvenire in occasione dell’anniversario delle contestate elezioni politiche del 16 dicembre. Molta gente è critica per l’elevata inflazione con forti aumenti di prezzo di alimentari e altri generi essenziali e per la cronica scarsità di energia: da 9 mesi l’elettricità è razionata, con consumi ridotti anche del 30%, e il razionamento è proseguito anche d’estate nonostante diverse promesse. Ora la gente vede con timore l’arrivo dell’inverno e chiede al governo come intende affrontare l’emergenza economica. Bishkek dice che l’energia manca per lo scarso livello dei fiumi e il conseguente minor rendimento degli impianti idroelettrici, ma in un’indagine online dell’agenzia AKIpress il 60% dei rispondenti ha parlato di “corruzione delle istituzioni”.
Prima della protesta, il leader dell’opposizione Azimbek Beknazarov ha denunciato pressioni e violenze delle autorità contro gli oppositori, anche per boicottare la manifestazione. Ricorda l’auto dell’attivista Rosa Nurmatova, incendiata da ignoti la notte del 15 novembre, o “il gruppo di giovani che ha suonato a una casa chiamando fuori l’attivista pro-diritti Topchubek Turgunaliyev”, la notte del 16 novembre, e gli ha detto “di lasciare Talas entro le successive ore 10 di mattina”.