L’onda di proteste colpisce il Bahrain e lo Yemen. Speranza di democrazia in Egitto
Manama (AsiaNews/Agenzie) – Due persone sono morte nelle proteste in Bahrain; la prima ieri, colpita alla schiena; la seconda questa mattina mentre partecipava al funerale della prima vittima. Nel piccolo regno è stato proclamato un secondo “giorno della rabbia”, dopo quello che ha portato per le strade della capitale migliaia di dimostranti. E nello Yemen le proteste per chiedere riforme politiche, economiche e la fine immediata del potere del Presidente sono giunte al quinto giorno consecutivo.
Nel Bahrain la polizia antisommossa ha attaccato i manifestanti con gas lacrimogeni, proiettili di gomma, granate da shock e cartucce a pallini. Le proteste in Bahrain non vogliono rovesciare la monarchia, sunnita in un paese a predominanza sciita, ma chiedono una nuova costituzione, inchieste sulla corruzione e la tortura, e il rilascio dei prigionieri politici. Oltre 500, la maggioranza dei quali sotto i 18 anni. Le proteste sono pacifiche.
In Yemen ieri migliaia di cittadini sono scesi in piazza per chiedere la partenza immediata di ali AAbdullah Saleh. I manifestanti sono stati attaccati con coltelli, bottiglie rotte e sassi dai partigiani del presidente. La protesta è continuata nella notte, i dimostranti portavano candele. Nello Yemen il 40% della popolazione vive con meno di due dollari al giorno, e c’è una scarsità strutturale di acqua e altre risorse. Più della metà dei 23 milioni di yemeniti hanno meno di 20 anni.
Nel frattempo in Egitto la situazione è ancora lontana dall’essere chiara. I militari avrebbero espresso la loro intenzione di condividere il potere con i civili e di modificare la costituzione rapidamente con un referendum popolare, secondo quanto dichiarato dagli attivisti dell’opposizione. Wael Ghorim, il manager di Google arrestato per il ruolo che ha avuto nella rivoluzione anti-Mubarak ha affermato che membri del consiglio militare gli hanno assicurato che nel giro di due mesi verrà tenuto un plebiscito per le modifiche costituzionali.