L’inverno demografico thai: sempre più anziani, single e senza figli
È la realtà che emerge dal rapporto biennale del National Economic and Social Development Council. Quanti non intendono sposarsi sono passati dal 35,7% del 2017 al 40,5% dello scorso anno. Le politiche governative inefficaci nell’invertire la tendenza. Per sempre più thai prevale il concetto di “Reddito individuale, senza figli”.
Bangkok (AsiaNews) - Thailandesi sempre più vecchi e con sempre meno figli. Ora anche sempre più single. Una situazione “fotografata” dal rapporto biennale del Consiglio nazionale per lo sviluppo economico e sociale (National Economic and Social Development Council) che ha indicato come lo svilupparsi della società abbia ridotto il desiderio dichiarato di contrarre matrimonio. Il dato di quanti non vogliono assolutamente sposarsi è infatti passato dal 35,7% dei cittadini in età riproduttiva nel 2017 al 40,5% dello scorso anno. E questo è avvenuto nonostante le sollecitazioni e i provvedimenti ufficiali per rilanciare le nascite, indicando che la tendenza potrà essere invertita con grande difficoltà.
Già ora la Thailandia si situa al primo posto rispetto alla percentuale di popolazione anziana fra le economie a basso e medio sviluppo dell’Asia. I dati della Banca mondiale e di istituzioni locali segnalano con chiarezza come il tasso di natalità sia crollato di tre quarti fino al 10 per mille del 2023, quando quella thai è diventata nell’ufficialità statistica una “nazione anziana” arrivando a avere il 60% di popolazione ultra-sessantenne.
La tendenza dei thailandesi ad aderire al concetto di “Reddito individuale, senza figli” (Single Income, No Kids) è sempre più evidente, nonostante il Paese proponga ancora alla società un ideale tradizionale di famiglie estese, coese e solidali verso i loro anziani. Il passaggio da una società agraria a una prevalentemente urbana, da un sistema di valori tradizionali a uno sempre più globalizzato e le problematiche di carattere economico che riguardano molti cittadini soprattutto al di fuori del contesto rurale, segnano le decisioni della popolazione fra i 15 e i 49 anni su matrimonio e procreazione.
Occorrono provvedimenti urgenti ed eccezionali e il governo guidato da Srettha Thavisin ha indicato come la questione sia diventata prioritaria nella sua agenda. Le conseguenze sono infatti già percettibili e, al momento, in parte limitate con una maggiore apertura ai migranti per “ringiovanire” la forza lavoro e impedire che si riduca la punto da disincentivare gli investimenti o rallentare settori economici cruciali. Tuttavia proprio le iniziative governative, non solo quelle di un esecutivo in carica da meno di un anno, sono finite sotto la lente del Consiglio nazionale per lo sviluppo economico e sociale che ha indicato come gli incentivi siano stati finora del tutto insufficienti, ancora di più a confronto con la scelta di altre realtà di sostenere finanziariamente le famiglie con figli. Il basso livello medio dei reddito associato a costi della vita crescenti e una economia nazionale in sofferenza sono altri fattori.
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