L’inquinamento sta distruggendo il Buddha di Leshan
Sopravvissuto a 12 secoli di erosione naturale ed alle lotte interne fra le dinastie imperiali, il gigantesco monolite perde pezzi a causa delle piogge acide causate dai fumi industriali delle miniere del Sichuan.
Leshan (AsiaNews/Agenzie) – Il Buddha di Leshan, gigantesco monolite che ha sopportato in maniera egregia oltre 12 secoli di erosione naturale, sta cadendo a pezzi dopo pochi anni di super-inquinamento.
La statua è composta da una roccia unica alta 71 metri che raffigura il Buddha, scolpita fra il 713 e l’803, dichiarata nel 1996 “patrimonio artistico dell’umanità” dall’Unesco. Il Buddha ha resistito alle lotte interne fra le dinastie imperiali cinesi e, dice un proverbio cinese, “non ha mai cambiato espressione”.
Dal 1998, anno in cui il governo ha concesso un numero elevatissimo di licenze industriali nella sua zona, è stato esposto alla pioggia del nuovo miracolo economico cinese, inacidita dai fumi delle vicine aziende. Ora la sua faccia è sfregiata ed il naso si è annerito, mentre diversi pezzi del corpo sono crollati a terra.
La provincia centrale del Sichuan, che lo ospita, è divenuta inoltre una delle zone minerarie più sfruttate di tutta la Cina: secondo alcuni scienziati cinesi, i composti chimici che infestano le esalazioni delle miniere hanno colpito la struttura molecolare del monolite.
Al momento, un gruppo di ricercatori dell’Università della Tecnologia di Chengdu ed un professore dell’Università nipponica di Yamagata stanno cercando di preservarlo da ulteriori danni, mentre le autorità locali hanno dato la loro “massima disponibilità” per preservare la statua “dai danni del tempo”.
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