L’influenza aviaria uccide una ragazza di Vientiane
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – E’ una ragazza di 15 anni la prima vittima ufficiale dell’influenza aviaria in Laos. Intanto nel sud est asiatico e nella penisola araba sono accertati sempre nuovi casi di contagi tra gli uccelli.
Oggi Ponmek Dalaloy, ministro laotiano della Sanità, ha confermato il decesso della ragazza, che era stata portata in un ospedale in Thailandia. Viveva nei sobborghi di Vientiane, dove a gennaio il virus H5N1 è stato trovato nel pollame. Il ministro ha insistito sull’importanza della vigilanza e della attenzione pubbliche, per evitare contagi. Gran parte dei 5,9 milioni di abitanti vive in villaggi, anche distanti tra loro.
Quello di gennaio è stato il primo contagio tra gli uccelli del Paese da 7 mesi. La scorsa settimana è morta una donna di 42 anni con i sintomi della malattia, ma sono ancora in corso le analisi.
Corea del Sud. E’ stato oggi confermato il 7mo focolaio infettivo tra gli uccelli da novembre, nonostante la rigida quarantena disposta e l’abbattimento degli uccelli di interi allevamenti. Il virus è stato trovato nel pollame di una fattoria di Chonan, circa 90 km. a sud di Seoul e non lontano dal luogo di un contagio di gennaio.
Vietnam. Ieri il Dipartimento di sanità animale ha confermato che il virus ha ucciso più di 1.150 galline in due allevamenti nel distretto di Dong Anh nei sobborghi di Hanoi. Sono stati uccisi tutti gli altri uccelli degli allevamenti e c’è la massimo vigilanza. Nelle settimane scorse il virus è stato trovato sia nella meridionale provincia di Vinh Long che nelle settentrionali Hai Duong e Ha Tay.
Cina. Il 6 marzo è stato confermato un contagio in un allevamento del distretto di Lhasa (Tibet), dove sono già morte circa 680 galline. La regione è già stata colpita dal virus lo scorso maggio. Il 1° marzo è stato confermato il contagio per una contadina di 44 anni della contea di Jian’ou (Fujian) che ha avuto contatti con polli malati. E’ il 22mo malato umano nel Paese e desta preoccupazione anche perché non è stato prima segnalato un contagio tra il pollame. Joanna Brent, portavoce a Pechino dell’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite, ha osservato che questo conferma che “un’attenzione esclusiva sui contagi [tra gli uccelli] non è più sufficiente”, specie in un Paese come la Cina dove le vaccinazioni di massa degli uccelli possono mascherare la presenza del virus.
Il 5 marzo studiosi dell’università della California hanno dichiarato che il virus di aviaria che da anni flagella l’Asia ha avuto origine nel Guangdong; lo studio è stato basato sulle sequenze genetiche di 192 campioni di influenza aviaria prelevati in Asia e in Europa, così da evidenziarne le mutazioni. Yu Yedong, capo dell’Istituto per la prevenzione delle epidemie animali nel Guangdong, ha detto che lo studio è “non scientifico” e “ridicolo” e che non è possibile trovare il luogo di origine di un virus così diffuso.
Hong Kong. Proibito il commercio di uccelli selvatici, dopo che negli ultimi mesi sono stati trovati 13 uccelli morti per il virus. Il 70% di loro sono stati trovati entro 3 km. dal mercato degli uccelli di Mong Kok, dove c’è un’elevata presenza e un grande commercio di volatili. Comunque i frequenti controlli hanno sempre dato esito negativo.
Kuwait. Nelle ultime settimane sono stati trovati 52 uccelli morti per il virus in luoghi diversi. Sono stati chiusi i mercati di volatili e ne è stata proibita l’importazione e l’esportazione. E’ pure chiuso lo zoo dove è stato trovato un falcone contagiato.
Arabia Saudita. Le autorità sanitarie hanno proclamato lo “stato di emergenza”, per prevenire un possibile contagio, dopo le notizie di molti contagi giunte dal confinante Kuwait. Sono sotto costane controllo numerosi allevamenti di pollame, come pure gli uccelli migratori.